Studenti al lavoro d’estate? Magari

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Bologna, 30 marzo 2015 - Giorni fa il ‘Carlino’ riportava il commento di Daniele Lampis, coordinatore nazionale studenti, sulla proposta del ministro Poletti di usare parte del periodo di vacanze estive per lavoro e formazione. «Il ministro – diceva Lampis – pare voler invitare gli studenti a lavorare d’estate preferendo lo sfruttamento alla formazione». Frase da brividi.  Gilberto Ceredi

 

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Il signor Lampis sbaglia su tutta la linea. Condivido la proposta del ministro, ma aggiungo che non mi sembra nulla di nuovo. Quand’ero ragazzo, tutti cercavamo di tirar su due soldi d’estate: io, che stavo in zona di vino, facendo la vendemmia. I miei amici bolognesi andando a fare i turni al Carlino o allo zuccherificio, oppure alla «campagna della patata» o, d’inverno, quand’eravamo universitari, a spalar la neve sui binari. Era sfruttamento? Al Carlino o allo zuccherificio era tutto dichiarato, nella vigna tutto...in nero (solo che a furia di normare tutto, nessuno muove più un passo). Il valore del lavoro estivo (un mese al massimo) non è tanto economico ma formativo: capisci quanta fatica serve per guadagnare dei soldi, cominci a capire il mondo del lavoro e tuo padre che ti mantiene agli studi.

massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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