Le istituzioni funzionano solo se intorno hanno una società che le sostenga

Cose di questo mondo

Don Giovanni Nicolini

Don Giovanni Nicolini

Bologna, 26 ottobre 2014 - CIAO, sono stata molto contenta di aver potuto conoscere la realtà di Villa Angeli. Quando Giovanni ci ha proposto di metterci in gioco per aiutare questi ragazzi mi sono trovata in seria difficoltà. Forse per scappare dalla paura di un coinvolgimento troppo impegnativo o forse perché lavoro in un servizio che ha fatto sempre un percorso culturale che ha portato ad assegnare alle persone destinatarie dei nostri servizi un ruolo sempre più attivo, ho pensato che qualche risposta al bisogno dei ragazzi si poteva e si doveva trovare insieme a loro Volevo solo condividere con voi questa piccola riflessione...

E' UNA PARTE del messaggio indirizzato da un'amica a tutte le persone del nostro gruppo Atei e non, dopo una visita a Villa Angeli dove sono ospitate diverse decine di giovani, quasi tutti africani, in attesa del permesso di soggiorno, che quando questo arrivasse dovranno lasciare il rifugio dove vivono e si troveranno in una città senza lavoro, senza casa e senza più il sostegno che ora ricevono in una convivenza molto positiva e interessante. Mi chiedevo insieme ai miei amici atei e non se non potevamo noi stessi pensare a qualcosa. Perché ormai temo il ruolo che si dà alle istituzioni, come se dovessero risolvere ogni problema. E ho sempre più chiaro che le istituzioni hanno valore e potenza quando sono sostenute da una società e da una cultura che le promuova e le sostenga con impegno vivace. Vedo come la stessa vita della comunità ecclesiale è buona ed efficace non solo e non tanto perché è organizzata, quanto per l'impegno appassionato di chi ogni giorno vi si spende. Altrimenti tutto si burocratizza e fatalmente si irrigidisce. Questo impegno essenziale è in realtà il mistero stesso dell'Amore, che in termini laici si potrà chiamare solidarietà, e che in ogni modo è l'appassionato desiderio che ogni uomo e ogni donna del mondo possano camminare nella speranza e nella pace di relazioni che sostengano, consolino e rallegrino. Il vecchio Parroco di Nonantola, che aveva salvato la vita di moltissimi ragazzi ebrei, mi diceva che nessuno è veramente uomo se è razzista, ma che d'altra parte in ogni uomo c'è l'insidia di un razzismo imprevisto e sempre pronto a scatenarsi. Per questo mi sembra sia necessario sperare che uomini e donne appassionati rinnovino incessantemente la vita della società per farla capace di accogliere la sfida di sempre nuove prove.

Buona Domenica a tutti voi, cari lettori

Giovanni

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