Bologna, 24 gennaio 2015 - In Italia si parla degli insegnanti quando c’è uno scandalo o una riforma. L’ultima volta, ormai qualche mese fa, è stata quando Renzi ha promesso l’assunzione di 130mila precari. Poi più nulla. Eppure la scuola avrebbe bisogno di ben altre attenzioni. E noi insegnanti avremmo diritto a una maggiore considerazione, oltre che a stipendi più decenti. Germana Giglio
Risponde il vicedirettore de 'il Resto del Carlino' Massimo Gagliardi
Devo citare Massimo Recalcati. «Lo sappiamo tutti – scrive nel suo ultimo libro – un’ora di lezione può cambiare una vita...Un’ora di lezione può essere visitare un altro luogo, un altro mondo, essere trasportati, catapultati in un altrove, incontrare l’inatteso, la meraviglia, l’inedito...Il maestro non solo conduce lungo strade che non si conoscono affatto, ma, soprattutto, muove il desiderio del viaggio...I maestri non li scordiamo non solo per quello che ci hanno insegnato ma per come ce lo hanno insegnato...È quello che più conta nella formazione di un bambino o di un giovane. Non il contenuto del sapere, ma la trasmissione dell’amore per il sapere...Gli insegnanti che non abbiamo dimenticato hanno incarnato ai nostri occhi uno stile». Qual è la caratteristica più profonda dello stile? «La voce».