Spesa pubblica, meno commissari e più buonsenso

Bologna, 24 agosto 2015 - Continuo a leggere di piani per risparmiare miliardi di euro sulla spesa pubblica da parte di pagatissimi manager. Il bello è che cambiano i manager, ma le ricette restano uguali: stessi tagli e misure per revisionare la spesa. Da 25 anni nulla cambia, è un susseguirsi di dossier “copia e incolla”. Una presa in giro per gli onesti cittadini che continuano a pagare allo Stato tributi e balzelli.  Alessio Franzoni,  S.Ilario d’ Enza (Reggio Emilia)

 

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino Beppe Boni

Il Governo ha annunciato una taglio alla spesa pubblica pari a 10 miliardi. Si dirà: un film già visto ma senza il finale annunciato. Il governo però deve partire dalla riforme, come ha sottolineato ieri l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli al nostro giornale. Serve coraggio, molto coraggio perchè prendere in mano le forbici significa toccare centri di potere gestiti dalla stessa politica che promette i risparmi. Solo dal taglio delle 8 mila aziende partecipate si possono recuperare 3 miliardi. Vedremo se il premier Renzi manterrà gli impegni. Una riflessione. In un paese normale non ci sarebbe bisogno di ingaggiare dei commissari straordinari per evitare gli sprechi. Dovrebbe bastare la oculata e ordinaria gestione della quotidianità. E’ questo il punto da cui bisogna ripartire.

beppe.boni@ilcarlino.net

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