Trent'anni senza Lucchini

Bologna, 13 ottobre 2014 - Il 30 settembre 1984, a soli 68 anni, ci lasciava Arrigo Lucchini, grande attore e commediografo che diede lustro al nostro dialetto e alla tradizione storica e culturale di Bologna. Il vuoto che ha lasciato è stato enorme, anche se reso più lieve dall’impegno di Anna Maria, la figlia, che offre agli spettatori numerose occasioni per gustare i suoi più famosi lavori teatrali. Lucchini non fu solo attore, capocomico e commediografo, ma anche scrittore e poeta: scrisse un prezioso libro, ‘Cronache del teatro bolognese’, poi ristampato, che resta il più autorevole sull’argomento. Dopo aver lavorato a lungo con la compagnia di Bruno Lanzarini, Lucchini decise di mettersi in proprio e, nel 1965, fondò la sua compagnia ‘Teater Bulgeis’. Recitò anche in alcuni film di Pupi Avati.

Non si deve, però, pensare che fosse un conservatore ancorato al passato e alle tradizioni: al contrario, fu un pioniere della televisione, della prima televisione privata di Bologna. Si dimostrò anche un capocomico coraggioso quando, nel 1976, trasformò un night nel teatro Capitolino (poi divenuto cinema Capitol) che, di fatto, divenne il primo teatro stabile dialettale: l’esperienza durò quasi cinque anni durante i quali mise in scena ben 240 rappresentazioni. Negli ultimi cinque anni della sua vita, pur non cessando l’attività teatrale si dedicò a scrivere e pubblicò due libri, ‘Bèin mo da bòn’ e ‘Cara Bologna’. Prima dei libri, Arrigo ebbe una sua rubrica sul Carlino Sera che fu pubblicata per ben 600 puntate. In seguito tenne una rubrica (‘Cronachine petroniane’) su ‘Il nuovo quotidiano’ diretto da Enzo Tortora, un giornale che ebbe una vita breve. Uomo colto e garbato, innovatore e conservatore, ha rappresentato, assieme a pochi altri, l’anima petroniana più genuina. Lucchini volle che sulla sua tomba fosse scritto «inamurè ad Bulaggna». Grazie Arrigo!

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