Piera Degli Esposti: «Per Lucio Dalla sarò Molly, un’ultima volta»

Il monologo il 4 marzo nel salone di casa dell’artista scomparso, in via D’Azeglio Ecco come prenotare le visite

Lucio Dalla e Piera Degli Esposti (Foto Schicchi)

Lucio Dalla e Piera Degli Esposti (Foto Schicchi)

Bologna, 20 febbraio 2015 - Quando le hanno chiesto di tornare in quella casa, dove aveva vissuto con Lucio lunghe giornate di armonia, non ha avuto dubbi. E così Piera Degli Esposti resta stupita, dal suo ritiro romano, delle polemiche che in questi giorni circolano sull’apertura di casa Dalla in via D’Azeglio 15 (FOTO) per celebrare il terzo anniversario della morte del cantautore (FOTO). «Pensavo a un riavvicinamento delle parti – commenta - perché non si può restare estranei a quello che succede a Lucio dopo la morte». L’iniziativa della Fondazione intitolata all’artista e costituita dagli eredi prevede tre giorni di visite guidate (dal 2 al 4 marzo) prenotabili a partire dal 25 al prezzo di 8 euro (ecco come prenotare le visite).

Non sarà un semplice percorso fra i tesori artistici della splendida magione (un paio di anni fa anche il Fai aveva organizzato un’iniziativa simile) ma l’occasione di incontrare proprio lì alcuni degli amici del Piccolo Grande Uomo pronti a esibirsi in estemporanei omaggi. I nomi che sono circolati in questi giorni (Arbore, Verdone, Paladino, la Vanoni, Rava, oltre ai bolognesi consueti Bersani, Carboni etc..) sono stati tanti e al momento da confermare. Da quel che si sa ci saranno di certo Morandi e Curreri mentre altri, come la storica paroliera Paola Pallottino, hanno preferito declinare l’invito. Una parte del vecchio staff di Lucio non condivide l’operato della Fondazione (“perché parenti che hanno ereditato a sorpresa una fortuna devono far pagare 8 euro a un visitatore?”, è l’obiezione più ricorrente) mentre Marco Alemanno, ritiratosi da tempo in Puglia, non entra al momento nel merito della questione. Piera, l’amica d’infanzia di Lucio, invece ha detto sì. Reciterà la parte finale di Molly cara tratta dall’Ulisse di Joyce e un sonetto di Dante, Guido i vorrei che tu..., dedicato all’amicizia. Succederà per un paio di volte nel pomeriggio di mercoledì 4, il giorno in cui Dalla avrebbe compiuto 72 anni.

Signora Degli Esposti perché la scelta di questi testi?

«Lucio amava il mio spettacolo su Molly, mi seguiva in tournée, voleva recitassi quel monologo solo per lui. Penso che lo dirò nel salone della casa, mi basta un faro e niente di più. Sarà un po’ come ritrovare la sua intimità, salutare una casa dove poi non tornerò mai più».

Lei conosce bene le stanze di via D’Azeglio...

«Ci ho vissuto, avevo un appartamentino su piazza dei Celestini. Facevamo vita a tre, Lucio, Marco e io. Vedevamo i film nella sala proiezione, cenavamo in cucina con amici come Samuele Bersani, ascoltavamo quell’incredibile pappagallo che avevano... Marco mi ha raccontato che quando Lucio è morto il pappagallo ha cantato Caruso per ore».

Cosa le manca di più?

«I giri che da ragazzi si facevano in Lambretta sui colli. Pensi che dopo i funerali è successa una cosa strana: mi è arrivata a casa la lettera di un signore che sosteneva di essere il padrone di quella Lambretta. E’ lì che ho cominciato a pensare che lui in realtà non è mai andato via del tutto, non era pronto alla morte. E’ per questo che ogni cosa che si fa per ricordarlo deve essere festosa e non celebrativa».

Come se lo ricorda?

«A casa, seduto sulla chaise longue, pensieroso, circondato da tutte quelle opere che costituivano il tesoro dei cui andava tanto fiero. Era così amico di mio fratello Franco.. L’ho sempre sentito come il mio protettore».

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