Venerdì 19 Aprile 2024

Gli occhi di papà Natale

Bologna, 18 dicembre 2014 - Per Natale c’è l’ appuntamento fisso al ‘Bruzio’ di via Matteotti per rifornire la mensa familiare di prodotti provenienti dalle terre calabresi del mio caro amico proprietario. Con me la nipotina di sette anni, che alla vista delle luminarie sul ponte ha smesso di sgranocchiare il tarallo e mi ha detto : «Mi fanno paura… perché quell’occhio è lì? Mi guarda…». Io cosa potevo rispondere? Non avevo letto il sito del Comune e ho fatto di testa mia: «No, non è un occhio cattivo, è messo lì da Babbo Natale per controllare che i regali vadano a destinazione». «Allora anche se ho detto le bugie non mi toglie i regali?».

Una volta a casa sono andata sul sito del Comune e ho visto che la luminaria fa parte di un programma della memoria con il titolo rigorosamente inglese, in cui sono tirati in ballo anche gli elefanti, e dovrebbe ricordare l’eccidio del 2 agosto. Un’opera d’arte è per sua natura polisemica, si presta cioè a tante interpretazioni, che dipendono sia dal fruitore, sia dal contesto in cui si inserisce. Dovrebbe comunque dare un messaggio senza bisogno di spiega.

Le forme delle luminarie in questione: triangolo, occhio e circolo difficilmente evocano nell’immaginario comune il dolore della strage della stazione, possono al più insinuare diffidenza nell’operato della giustizia e accarezzare l’esistenza di trame occulte, o più semplicemente essere recepite come segni allettanti e/o inquietanti di un mondo arcaico e misterioso. Troppo poco per fare ‘memoria’. Il contesto natalizio inoltre, come la mia nipotina conferma, non appare il più adatto a interpretare l’opera secondo il messaggio che il Comune voleva veicolare. A questo punto, visto che si tratta di un’opera d’arte e non di lavoro di un elettricista talentuoso, basterebbe pensare a un’altra collocazione. 

Si conforti Luca Vitone, è in buona compagnia, ad esempio quella di Niccolò dell’Arca, che aveva creato il ‘Compianto’ per l’Ospedale di Santa Maria della Vita, ma l’opera fu rimossa dal luogo di destinazione iniziale perché spaventava i malati. Messa in disparte, prima in un angolo della chiesa poi del mercato, continuò ad essere interpretata in chiavi diverse da quelle volute dall’autore, tanto che le Marie piangenti divennero burde (streghe) e le mamme le evocavano per spaventare i bambini. Comunque, in caso di trasferimento dell’ opera, sia di monito all’autore la vicenda di Ceroli e delle sue belle sagome lignee finite chissà dove.