Martedì 16 Aprile 2024

Luminarie P2, scoppia la polemica: "Togliete quei simboli massonici"

Ncd e Fratelli d’Italia contro l’installazione di via Matteotti

L’opera di Luca Vitone sul ponte di via Matteotti: le luminarie raffigurano simboli massonici

L’opera di Luca Vitone sul ponte di via Matteotti: le luminarie raffigurano simboli massonici

Bologna, 17 dicembre 2014 - Fanno discutere le luminarie di via Matteotti ispirate all’iconografia della massoneria. L’opera dell’artista Luca Vitone campeggia da sabato (e fino al 31 gennaio) sul ponte che scavalca i binari della stazione: una serie di immagini (il triangolo, l’occhio e il circolo di raggi), la cui combinazione, osservata in prospettiva da due luoghi precisi, prende la forma di chiari riferimenti massonici. L’idea alla base è quella di una riflessione sulla memoria collettiva, legata esplicitamente al coinvolgimento di Licio Gelli nel processo sulla strage di Bologna, visto che è stato condannato per calunnia. L’opera, ieri verso le 20.30, era spenta ma dal Comune è stata esclusa una ragione legata ad eventuali polemiche.

Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione delle vittime della bomba alla stazione (e oggi parlamentare Pd), era stato informato a ottobre dell’installazione: «Mi è piaciuta da subito, perché dava un messaggio forte. Ma a chi me l’ha proposta, ho presentato da subito alcune mie perplessità». Ovvero, prosegue Bolognesi, l’assenza di spiegazioni del reale significato dell’opera: «Il rischio è che simboli legati esplicitamente alla massoneria siano scambiati per addobbi natalizi», una beffa intollerabile per l’Associazione che da anni porta avanti la battaglia per fare piena luce sui mandanti della strage.

«Stiamo cercando in tutti i modi di spronare la magistratura a fare fino in fondo tutto quello che è possibile fare», prosegue Bolognesi: «Un simbolo massonico a pochi metri dal luogo della bomba non può lasciare indifferenti, è un messaggio importante che può aiutarci in questa direzione», cioè quella di «ricordare che a livello processuale i depistatori dell’indagine furono anche uomini della P2».

Il dubbio del parlamentare Pd, però, è quanto di questa interpretazione passi all’osservatore casuale dell’opera: «Se conosci la vicenda a fondo, la comprendi immediatamente – osserva –. Ma ormai sono passati più di 30 anni ed è facile che la gente si chieda cosa ci facciano lì quei simboli, senza riuscire a collegarli al discorso della strage».

L’installazione di Vitone rientra nel progetto ‘BO ON 2014 - Bologna si accende’, patrocinato dal Comune e finanziato dalla Fondazione Del Monte. L’assessore alla Cultura Alberto Ronchi la difende a spada tratta: «Quell’opera serve a scatenare una riflessione, non a fare propaganda. Parla di memoria e della storia della nostra città: è venuta bene ed è stata giustamente collocata nella posizione dove poteva acquistare maggiore potenza». Secondo Ronchi, inoltre, «il progetto è stato spiegato e illustrato nei dettagli e di certo un’amministrazione non può mettersi a discutere il messaggio di un artista». E conclude sarcastico: «Se dovessimo togliere tutti i simboli massonici in città, rimarrebbero ben pochi portici e palazzi...».

L’opera, però, non è piaciuta a tutti. «Bologna riesce a stupirvi sempre. Da noi le luminarie hanno simboli massonici, pagati con contributo del Comune, Regione, e Fondazione del Monte», sbotta su Facebook la consigliera comunale di Ncd Valentina Castaldini.

«Il cielo sopra Bologna illuminato dalla P2. Non in mio nome. E non per Natale», si accoda la Pd Raffaella Santi Casali, che ironizza: «Io sono la solita sempliciotta provinciale, ma se una cosa mi ricorda morte, lutto e orrore non ci faccio gli addobbi di Natale». E Fratelli d’Italia attacca Merola: «Se l’opera è così di suo gradimento, chiediamo al sindaco di posizionarla a casa sua».