Anziani maltrattati nella casa di riposo: "Spero che schiatti" e poi giù schiaffoni

Le accuse choc a M. M., l'operatrice socio assistenziale di Villa del Sole a Castiglione dei Pepoli finita ai domiciliari

Donna picchiata (Foto di repertorio Ansa)

Donna picchiata (Foto di repertorio Ansa)

Castiglione dei Pepoli (Bologna), 18 settembre 2014  - Una persona "violenta, minacciosa, ingiuriosa". Che quando perde il controllo diventa ingestibile. Che non ci pensa due volte ad alzare le mani sugli anziani e ad augurare loro la morte, insultandoli. Questo il ritratto che emerge di M.M, 33 anni, operatrice socio-assistenziale della casa di riposo Villa del Sole di Castiglione dei Pepoli ( Bologna), da due giorni agli arresti domiciliari con l'accusa di maltrattamenti aggravati.

I fatti sarebbero cominciati nel 2010. Nella struttura ci sono molti anziani malati di Parkinson o di Alzheimer, ed e' soprattutto verso di loro che la donna sfoga la sua rabbia. In particolare verso quattro persone che hanno dagli 80 ai 92 anni, non autosufficienti e incapaci di difendersi. Una notte, per esempio, decide di svegliare una paziente malata di Alzheimer per accompagnarla in bagno strattonandola violentemente e urlando; la signora, infastidita, le dà uno schiaffo facendole cadere gli occhiali e scatenando la reazione dell'operatrice che a sua volta la schiaffeggia, le tira i capelli, le pesta i piedi nudi.

L'anziana viene poi rimessa a letto da un'altra infermiera, ma è pallida e fa fatica a respirare: nonostante questo M.M. durante il resto della notte si rifiuta ad andare a controllare le condizioni dell'anziana. Per questo episodio la 33enne è stata pure sottoposta a un procedimento disciplinare conclusosi con una sospensione dal lavoro per alcuni giorni. L'operatrice si lascia anche andare a commenti volgari e cattivi: "Vecchia schifosa, devi morire", "speriamo che quando rientro dalla maternità tu sia schiattata", "str..., fan.... pezzo di m...".

Ad alcuni pazienti, poi, storce le dita "senza nessun giustificato motivo, forse per sadismo, nervosismo e inusuale furia". L'inchiesta, affidata alla pm Beatrice Ronchi, è partita da un esposto di dicembre ai Nas di un'ex collega della 33enne. Scattano subito i controlli dei militari che ascoltano i familiari dei pazienti e gli altri operatori della struttura. Operatori che confessano di aver a volte segnalato in ritardo i comportamenti violenti della donna per paura di ritorsioni da parte sua e del marito, anche lui assunto nella stessa casa di riposo.

E che più volte in passato si era già scagliato contro i colleghi per difendere la moglie, anche se a qualcuno aveva confessato che spesso veniva picchiato pure lui. Il gip Francesca Zavaglia ha accolto la richiesta dei domiciliari per la 33enne, che quando ha visto arrivare i carabinieri è scoppiata in lacrime.

"Un lavoro d'indagine - dice il procuratore aggiunto Valter Giovannini - portato avanti dai Nas in maniera rapida e professionale"

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