Al Mast l’Expo della fotografia industriale

Parata di maestri internazionali dal 2 ottobre alla Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia e in 11 sedi della città: ci sarà anche David LaChapelle

‘Land Scape, Castle Rock’ (2013) di David LaChapelle. In questa serie il fotografo utilizza modelli in scala

‘Land Scape, Castle Rock’ (2013) di David LaChapelle. In questa serie il fotografo utilizza modelli in scala

Bologna, 30 giugno 2015 - SARÀ l’Expo della foto industriale. Il festival del mondo della produzione e del lavoro visto con lo sguardo dell’obiettivo, attraverso 14 esposizioni e una parata di maestri internazionali. L’appuntamento è per il prossimo 2 ottobre al Mast, che promuove la rassegna in collaborazione con il Comune, e in 11 sedi storiche della città. Alla Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, le 2 mostre previste proseguiranno fino al 10 gennaio 2016, mentre negli 11 luoghi del centro che ospiteranno 12 esposizioni, il sipario calerà il 1° novembre.

«Dopo la prima edizione del 2013 – ricordava alla presentazione di ieri nella Cappella Farnese Isabella Seràgnoli, presidente della Fonfazione Mast – ora vogliamo sottolineare con la Biennale Foto/Industria 2015 l’appartenenza a questo territorio anche dal lato industriale e manifatturiero. Il nostro obiettivo è che nel tempo Bologna diventi la capitale mondiale della fotografia industriale». Un tema che il sindaco Merola coniuga anche nella visione dei quartieri (il Mast è nel quartiere Reno) «come nuove centralità urbane da affiancare al centro storico».

Di alto pregio l’elenco dei fotografi ospiti, che nel primo weekend della manifestazione, curata da Francois Hébel, saranno ospiti a Bologna e parteciperanno a dibattiti e incontri con il pubblico. A cominciare dal 52enne statunitense David LaChapelle (celebre anche per i suoi ritratti di star del cinema e del rock), che alla Biennale porterà – la sua mostra sarà allestita alla Pinacoteca di via Belle Arti –le grandi tavole dai colori fiammeggianti della serie Paesaggio-Land Scape, ispirata agli scenari californiani della produzione del petrolio.

A Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo, arrivano le locomotive a vapore della Norfolk and Western Railway fotografate da O. Winston Link, mentre a MAMbo il cinese Hong Hao presenta l’infinità di oggetti scansionati a partire dal 2001 ricavandone opere fotografiche e l’immagine della Cina del consumismo. «La scelta è avvenuta al massimo livello di qualità», asserisce Hébel. «Il risultato è una vetrina unica al mondo anche per la molteplicità degli sguardi che offriamo al pubblico».

L’ITALIA schiera un vero campione come Gianni Berengo Gardin e, accanto a lui, Luca Campigotto. Il primo, sotto il titolo L’uomo, il lavoro, la macchina alla Fondazione del Monte, svolge un tema nel quale si è cimentato dalla fine degli anni ’60, passando dall’Olivetti di Ivrea all’Ansaldo di Genova, dalla Dalmine alle fabbriche di tessuti del Mantovano. Sono invece i dettagli enormi a primeggiare nel lavoro di Campigotto nello Spazio Carbonesi di via de’ Carbonesi 11: sono soprattutto barche, prue, transatlantici in attesa dei passeggeri. Villa delle Rose, Santa Maria della Vita, Palazzo Poggi, Museo della Musica e Museo della Storia di Bologna sono gli altri luoghi urbani della Biennale.

Al Mast, invece, due le mostre: L’industria italiana dagli album ai libri fotografici, in 100 testi della collezione Savina Palmieri e i quattro finalisti del GD4Photoart per giovani fotografi: Marc Roig Blesa, Raphale Dallaporta, Oscar Monzon e Madhuban Mitra e Manas Bhattacharya, due indiani che lavorano in coppia.

E’ presto per orari e vernici. Ma si sa già che tutto sarà gratuito.

 

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