Matrimoni gay, la Curia attacca Merola: "Trascrizioni illegittime"

La Curia contro il provvedimento del Comune: "Un pasticcio"

Il cardinale Carlo Caffarra

Il cardinale Carlo Caffarra

Bologna, 4 agosto 2014 - Titolo a caratteri cubitali (‘Errore da correggere’) e una sola conclusione: «Un bel pasticcio». La Curia, una settimana dopo il primo affondo, torna ad attaccare la scelta del sindaco Virginio Merola di permettere la trascrizione in Comune dei matrimoni omosessuali avvenuti all’estero. Una scelta che via Altabella ha sempre criticato e contestato duramente e di cui ieri, dalle colonne di Bologna Sette (il supplemento settimanale di Avvenire), ha messo in evidenza un aspetto potenzialmente illegittimo, ossia quello che ha a che fare con la privacy e il rispetto dell’orientamento sessuale delle persone. 

Nel suo articolo, il giurista Paolo Cavana sottolinea che il provvedimento adottato dal primo cittadino «oltre a risultare in contrasto con la giurisprudenza di legittimità, sembra dimenticare che le informazioni idonee a rivelare la vita o l’orientamento sessuale delle persone rientrano tra i cosiddetti dati sensibili», che possono essere trattati, da parte dei soggetti pubblici come il Comune, solo se concesso dalla legge oppure dopo un parere espresso dal Garante della privacy. Cavana, poi, dopo aver sottolineato che il parere del Garante, «nella fattispecie risulta assente» si spinge oltre e prevede che «ben difficilmente» il parere «potrà essere positivo, in assenza di una legge nazionale che conferisca rilevanza giuridica a tali atti formati all’estero». Inoltre, la parola del Garante è decisiva anche per quanto riguarda la trascrizione e la tenuta degli atti dello stato civile conservati negli archivi informatici dei Comuni, ‘luogo’ dove dovrebbero finire proprio le trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero.

In definitiva, conclude l’articolo di Cavana, «il provvedimento che ordina l’inserimento nell’archivio informatico del Comune di simili atti, privi di ogni rilevanza giuridica ma tali da rivelare l’orientamento e la vita sessuale delle persone, appare formalmente illegittimo se non — in linea teorica — addirittura illecito. Un bel pasticcio».

Alla Curia risponde il consigliere regionale di Lib Dem, e presidente di Gaynet Italia, Franco Grillini: «L’idea che la trascrizione violi la privacy è una assurdità. Il problema esisterebbe se la trascrizione fosse fatta all’insaputa degli interessati ma come tutti sanno succede esattamente il contrario, ovvero sono le coppie gay sposate all’ estero che chiedono la trascrizione e, dando il loro consenso, non esiste proprio un problema di privacy».

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