Meno spese con l’unione dei piccoli Comuni

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 21 settembre 2014 - PERCHÉ il governo non valuta l’accorpamento dei Comuni con meno di 2.000 abitanti? Lo Stato risparmierebbe tanto. Anziché due o tre sindaci, ce ne sarebbe uno solo e così via per consiglieri e impiegati. I piccoli paesi ora sono facilmente collegati. Assurdo che ci siano comuni con 100-200 abitanti sparsi per l’Italia.  M. Fantini, Ferrara

Risponde il vicedirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

IL BUONSENSO e la rapidità sono dote rara in politica. Ora sono in liquidazione le Province ma i tempi si preannunciano lunghi. E intanto il tema dei comuni «inutili» è concreto. In pianura, dove i collegamenti sono efficienti, ci sono comunelli che distano cinque chilometri l’uno dall’altro e scorrendo la carta geografica se ne trovano a grappoli. Qualche accorpamento è già realtà, ma le procedure sono interminabili. A Bologna, per esempio, è nato il comune Valsamoggia che riunisce cinque località. Bisognerebbe procedere a tappeto: sparirebbero duplicazioni di uffici, funzioni, spese, incarichi.Ovviamente sul territorio, soprattutto in montagna, servono uffici decentrati per garantire i servizi. Nell’ Italia dove la licenza di un capannone agricolo si ottiene in due anni, per la rivoluzione geografica dei Comuni bisogna armarsi di pazienza.  beppe.boni@ilcarlino.net

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