Mercatini e abusivi: "Questa concorrenza mina il commercio"

Tra concorrenza illegale e legale, ma agevolata, gli esercenti della regione devono rinunciare ogni anno al 3,6% del fatturato

Abusivi  in spiaggia

Abusivi  in spiaggia

Bologna, 23 ottobre 2014 - Un conto salatissimo da 860 milioni di euro. Tra concorrenza illegale (526 milioni) e legale, ma agevolata (334 milioni), gli esercenti dell’Emilia Romagna devono rinunciare ogni anno a qualcosa come il 3,6% del fatturato. La denuncia arriva dall’assemblea regionale di Confesercenti, svoltasi ieri a Bologna, corroborata da un’indagine di Nomisma.

Dalle quasi 400 interviste effettuate fra addetti ai lavori, emerge che per il 42% abusivismo, contraffazione e attività ‘agevolate’ (sia in termini fiscali che di autorizzazioni) sono fra i problemi principali di chi lavora nel commercio e nei pubblici esercizi. In piena crisi la ‘torta’ si è ristretta: doverne cedere una fetta può essere letale.

Secondo Nomisma, in Emilia-Romagna, ogni giorno, 4 aziende rischiano di chiudere a causa di sagre e mercatini. Non fa sconti neppure l’abusivismo: il 45% degli intervistati lo percepisce in aumento negli ultimi 2-3 anni, soprattutto sulle strade. Solo il 5% vede il fenomeno in calo, mentre, per quasi uno su due, è una piaga molto diffusa che diventa, per metà dei commercianti, la causa principale della riduzione del giro d’affari. L’abusivismo è più sentito in Romagna, a causa delle vendite in spiaggia.

All’assemblea hanno partecipato anche i candidati alle prossimi elezioni regionali: da Stefano Bonaccini del Pd, ad Alan Fabbri ( Lega Nord e Forza Italia), passando per Cristina Quintavalla (L’Altra Emilia), Maurizio Mazzanti (‘Liberi cittadini per l’Emilia Romagna’) e Alessandro Rondoni (Udc-Ncd). Mancava solo Giulia Gibertoni (M5S), assente per precedenti impegni. Tutti hanno garantito lotta senza quartiere ad abusivismo e contraffazione, con controlli più efficaci. Ma dall’indagine Nomisma, risulta, un po’ a sorpresa, che circa il 30% degli esercenti preferirebbe campagne di sensibilizzazione fra i consumatori e nelle scuole piuttosto che inasprire gli interventi delle forze dell’ordine.

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