Bentivoglio, "Devi scioperare o ti ammazzo". Facchino licenziato e denunciato

Ha minacciato di morte i colleghi che non si erano assentati dal lavoro il 2 giugno. Danneggiate anche le loro auto e i motorini

Uno sciopero in una foto di repertorio

Uno sciopero in una foto di repertorio

Bentivoglio, 23 giugno 2016 - E' arrivato a minacciare di morte un collega e a danneggiare una decina di auto di altrettanti lavoratori perché non si erano assentati dal lavoro il 2 giugno scorso. L’uomo, un facchino romeno di 40 anni, pregiudicato, ex dipendente di una coop operante all’interno dell’Interporto di Bentivoglio e aderente a un comitato di base di categoria, è stato denunciato ai carabinieri per minacce, lesioni persone e danneggiamenti. La cooperativa, in subappalto all’interno di una nota multinazionale specializzata in insaccati, ha prima allontanato il 40enne, poi l’ha licenziato.

L’uomo, davanti a cinque testimoni, prima del 2 giugno scorso, ha fermato un facchino che non aveva alcuna intenzione di ‘festeggiare’ con lui; anzi voleva coprire l’intero orario di lavoro per guadagnare qualcosa di più in busta paga. Alle obiezioni del lavoratore, il 40enne ha risposto aggredendolo verbalmente. "Te la faccio pagare, ti ammazzo", ha detto il romeno e, non contento, ha iniziato a spingere con violenza e strattonare il collega facendolo finire a terra. Ad assistere all’aggressione c’erano altri lavoratori che hanno testimoniato l’accaduto agli uomini dell’Arma.

Il 2 giugno scorso, a parte uno sparuto gruppo, quasi tutti i facchini si sono presentati al lavoro. Il romeno non l’ha presa bene e ha iniziato giorno dopo giorno a danneggiare auto e motorini dei colleghi. Specchietti rotti, fiancate delle vetture graffiate pesantemente dalle chiavi, gomme tagliate e scooter buttati a terra che hanno riportato danni ingenti.

Il presidente dell’Interporto, Marco Spinedi, invita ad abbassare i toni: "Siamo in prima linea per evitare gli scontri fra lavoratori e i blocchi dei tir. Dispiace che accadano questi episodi di criminalità". Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore generale, Sergio Crespi, che è arrivato da soli sei mesi e già si è dovuto confrontare con le proteste dei facchini: "Per prima cosa abbiamo stabilito una sede per le organizzazioni sindacali confederali, Cisl, Cgil e Uil, per convogliare le tensioni sociali in un canale costruttivo e meno estremo. Altre rappresentanze sindacali? Non ci hanno mai chiesto una sede e, nel caso, verrà valutato se concederla". È nato un tavolo tecnico della legalità per migliorare la situazione all’Inteporto: "Siamo in fase conclusiva per arrivare ad un protocollo della legalità per regolamentare appalti e subappalti", annuncia Crespi.

Al tavolo della legalità partecipano Interporto, Comuni di Bologna e Bentivoglio, Cisl, Cgil e Uil, la direzione provinciale del lavoro, Confcommercio, Confartigianato e l’Absea, associazione Bologna spedizionieri e autotrasportatori. "Inoltre, stiamo cercando di spostare i blocchi dei tir in fasce orarie in cui vengono danneggiate meno le nostre 200 aziende – conclude Crespi –. In ogni caso, le manifestazioni non autorizzate vengono denunciate sistematicamente e molte di queste querele stanno generando risarcimenti danni nei confronti dei responsabili. Questo sembra che li stia frenando rispetto al passato".

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