Alcol e droga a 17 anni: uscito dal coma il ragazzo ricoverato in ospedale

Ozzano, Il ragazzo sarà sentito oggi dai carabinieri

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Ozzano (Bologna), 3 marzo 2015 - Sta meglio il diciassettenne di Ozzano finito al Sant’Orsola domenica all’alba dopo aver ‘festeggiato’, è il caso di dire oltre il lecito, il compleanno. Il ragazzino ieri ha lasciato il reparto di terapia intensiva del policlinico, ma si trova ancora ricoverato in osservazione. È stato risvegliato dal coma farmacologico indotto per evitare che l’edema cerebrale che aveva riportato provocasse ulteriori danni e ha parlato col medico. Ha detto di non ricordare quasi nulla della serata trascorsa assieme ai suoi tre amici, anche loro minorenni. 

Ancora non ha parlato neppure con i carabinieri di San Lazzaro, che si stanno occupando delle indagini, tese a individuare chi abbia ceduto lo stupefacente ai ragazzini. Verrà ascoltato questa mattina. Il sospetto è che l’incauto festeggiato abbia assunto un mix micidiale di whisky, canne e anche Speed, un’anfetamina molto comune che lo ha fatto precipitare in uno stato quasi comatoso. Per sciogliere ogni dubbio, è atteso però il risultato delle analisi. 

Della questione sono state informate sia la Procura ordinaria che quella dei minori. Quello che al momento è certo è che lo studente stava festeggiando assieme a tre amici il suo compleanno a casa. Intorno all’una di notte avrebbe detto alla mamma, che stava andando a letto: «Usciamo a vedere le stelle». Quello che è accaduto poi è stato sommariamente ricostruito attraverso il racconto dei ragazzini che erano con lui. Sono stati loro a chiamare i soccorsi, quando hanno visto il loro amico perdere i sensi. 

«L’ambulanza – raccontava la mamma – ci ha messo quasi un’ora ad arrivare, perché noi abitiamo in una zona di campagna, piuttosto difficile da raggiungere. I ragazzi poi erano andati nelle strade che costeggiano i campi... Impossibile individuarli». I tre si erano caricati a spalla il compagno e lo avevano portato a casa, in stato di incoscienza, dove è stato poi soccorso dai sanitari. Una volta al Sant’Orsola, i medici hanno avvertito i militari dell’Arma. 

«Mio figlio – era stato il commento della mamma – ha fatto una ragazzata. Penso che si renda conto di quanto ha rischiato. Ma ha la testa dura, fa sempre quello che vuole». Sicuramente, sia lui che i suoi amici, ora staranno più attenti. Come aveva auspicato ieri la professoressa Elia Del Borrello, responsabile del Laboratorio di tossicologia forense del Dimec (il dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell’Alma Mater), «potrebbe essere un ottimo ‘testimonial’ tra pari dei pericoli che un’assunzione di alcol incontrollata può portare, in particolare tra i ragazzi della sua età, che non si rendono conto dei rischi che corrono».

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