Omicidio di Molinella, l’ultima difesa: "La verità? Nel sangue"

Sopralluogo nella villetta del maxi pool che difende il marito Andrea Balboni

MIL02-A_WEB

MIL02-A_WEB

Molinella (Bologna), 27 luglio 2016 - Il tempo è come si fosse si fosse fermato a quel 13 aprile, là nella villetta di via Miravalle, a Molinella di Budrio. Il taxi di Andrea Balboni è sempre parcheggiato fuori dal garage, accanto alla Clio di sua moglie Liliana Bartolini. Tutto è in ordine. Se non fosse per le piante bruciate dal sole e per il prato incolto, nessuno direbbe che là, dietro ai sigilli degli inquirenti, la vita di una donna si è fermata per sempre, quel giorno. In carcere, accusato dell’omicidio della moglie, c’è proprio il tassista: per l’accusa l’avrebbe uccisa con un coltello al culmine di una lite a causa della relazione extraconiugale di lui. E ieri il pool di tre consulenti incaricati dal collegio difensivo capitanato dall’avvocato Savino Lupo (Roberto Godi e Filippo Furno gli altri) ha fatto il suo ingresso nella villetta.

Un sopralluogo durato due ore e mezza, nel corso del quale il biologo forense Pasquale Linarello ha effettuato rilievi fotografici e misurazioni della scena del delitto (ma è stata visionata tutta la casa), un open space composto da ingresso, salotto e cucina in cui tutto sarebbe accaduto. Un sopralluogo a cui ha voluto partecipare anche il medico legale del pool Giuseppe Fortuni che in passato si è occupato del delitto di Meredith Kercher e della morte di Marco Pantani. La scena del delitto "è complessa, arriviamo per ultimi", si limita a dire senza sbilanciarsi Linarello che dalla morfologia delle tracce ematiche (direzione e ampiezza) cercherà di ricostruire le varie fasi della lite.

Tre in particolare le pozze di sangue rilevate nell’ambiente unico: una in prossimità dell’ingresso, un’altra accanto al divano e una terza, dove sarebbe stato trovato il cadavere di Liliana, accanto al muretto divisorio della cucina. Tra le tre una scia di gocce che, per il perito, escluderebbero l’ipotesi che il corpo della donna sia stato trascinato o spostato. Nel mirino, poi, è finita anche la luminosità: stando a quanto accertato dalla procura Balboni era rientrato a casa dopo il turno di notte intorno all’1,20. Sua moglie lo aspettava in casa – sulla tavola, ieri, c’era ancora il pasto che gli aveva preparato – all’ingresso dell’indagato in casa ci sarebbe stata solo la tv accesa a illuminare la stanza.

Per l’avvocato Lupo "fondamentale" sarà l’esito della consulenza medico legale alla quale ha partecipato fin dall’inizio Fortuni. E proprio il consulente della difesa esclude che si possa stabilire con chiarezza se la coltellata alla gola è stata data da dietro la vittimao dal davanti, visto che "risulta un taglio sottile dell’arteria tiroidale inferiore". In questi mesi, poi, lo psichiatra della difesa Vittorio Melega ha fatto diversi colloqui in carcere con l’indagato e «non abbiamo nessun motivo al momento per non credere alla versione di Balboni", ha detto Lupo. Ossia che la moglie, come riferito nell’interrogatorio, lo aveva aggredito appena entrato in casa, rinfacciandogli la relazione con l’amante, prima colpendolo con un bastone, poi impugnando un serramanico. Lui allora si sarebbe difeso, nella lotta i due sarebbero caduti e il ferimento alla gola della donna sarebbe stato accidentale. Una versione alla quale il pm Antonella Scandellari, però, non aveva creduto. All’esito degli esami dei consulenti "valuteremo come procedere, se con rito alternativo o con dibattimento", ha concluso Lupo, mentre oggi inizieranno gli accertamenti dei Ris sui vestiti di Balboni rinvenuti in soffitta.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro