Addio a don Zaccanti il sacerdote ‘itinerante’ da settant’anni in tonaca

Celebrava messa a Bologna e in provincia

Don Giuseppe Zaccanti

Don Giuseppe Zaccanti

Bologna, 11 novembre 2014 - NON È MAI andato in pensione don Giuseppe Zaccanti, prete diocesano che a marzo aveva celebrato i settant’anni di sacerdozio e che è deceduto domenica mattina dopo una breve malattia. Aveva 96 anni. Originario di Tolè, entrato in seminario quando aveva solo 12 anni, per 50 anni, dal 1955 al 1995, è stato parroco a Santa Maria Annunziata di Fossolo a Bologna. Quando poi si è ritirato a Tolè, accudito da famigliari e nipoti, ha continuato la sua attività pastorale, celebrando in particolare nelle chiese che stanno intorno al crinale fra Reno e Samoggia: Tolè, Montepastore, Rodiano, Prunarolo, Vedegheto e San Prospero.

Accompagnato in auto dai fedeli, almeno fino al 2013 è stato una specie di ‘sacerdote itinerante’, capace di celebrare 2-3 messe nella stessa domenica mattina. Dal pulpito lo ricordano in tanti per la sua capacità di passare da latino al dialetto bolognese e quindi all’italiano forbito e brillante col quale sapeva catturare l’attenzione dei parrocchiani attingendo a fatti di vita quotidiana e di cronaca.

LAUREATO in sacra eloquenza e in scienze politiche, aveva ottenuto anche il diploma di giornalismo all’università di Urbino. Il mattino sulla sua scrivania non mancavano una copia dell’Osservatore Romano, dell’Avvenire, dell’Unità e del Resto del Carlino. «Bisogna essere ben aggiornati su quello che succede nel mondo» commentava nell’ultima intervista di due anni fa, dopo una celebrazione nella chiesa di Vedegheto, parrocchia di Savigno.

«Ho avvertito la vocazione sacerdotale durante le quarant’ore della mia parrocchia –ricordava volentieri-. Sentii una voce interiore che mi diceva: ‘vieni, ho bisogni di te’. Ne parlai con i miei genitori e col mio parroco e l’anno dopo entrai in seminario. Avevo appena 12 anni ma da allora non ho avuto più alcun dubbio: sono felicissimo di essere un prete e se tornassi a nascere lo rifarei».

 

FU ORDINATO sacerdote nella chiesa di San Marino di Bentivoglio nel 1944, nell’ultimo anno di guerra. Fu poi parroco per dieci anni a Bisano prima di approdare al quartiere Fossolo di Bologna. In contemporanea fu assistente diocesano dell’Azione cattolica e docente al liceo Minghetti e al liceo Fermi. Stimato come cristiano e sacerdote, è stato molto apprezzato come confessore e direttore spirituale, spiega don Eugenio Guzzinati. «Un ringraziamento va a Don Giuseppe che in tutti questi anni ha messo le sue energie, capacità, tenacia e fantasia a sevizio della comunità cristiana» ha scritto il cardinale Caffarra in apertura del libro curato da Alessandro Albertazzi, Angela Lucchini e Paola Masina in ricordo dei primi sessant’anni di ministero.

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