Giovedì 18 Aprile 2024

Addio a Enzo, il decano dei barman

Vincenzo Lococo, titolare de 'Il Calice' in via Clavature, aveva 68 anni

Vincenzo Lococo

Vincenzo Lococo

Bologna, 25 novembre 2014 - SI È SPENTO sabato a 68 anni, dopo una lunga malattia, Vincenzo Lococo, Enzo per i parenti e gli amici, per tutta la città semplicemente Enzo il barista. Impossibile non averlo conosciuto se si è nati sotto le Due Torri o si ha frequentato la città per pochi anni. Enzo – per trent’anni esatti dietro al bancone de Il Calice, in via Clavature – è stato, nei fatti e a detta dei professionisti del settore – il decano dei barman cittadini.

QUELLI di nuova generazione, s’intende: il primo a proporre l’aperitivo in città, per dire. E a introdurre, a metà degli anni Ottanta, nella quotidianità di una Bologna ancora placida e provinciale, elementi fino a quel momento considerati irraggiungibili e immaginifici come le ostriche, lo champagne, il caviale, il salmone. Ma anche, e semplicemente, le tartine e gli stuzzichini con cui accompagnare un’accurata selezione di vini. Oggi è la normalità: lo chiamiamo wine bar. All’epoca il vino, nei bar, era invece di due tipi: rosso o bianco. E per la tradizione bastavano patate in busta o arachidi, o al massimo un uovo.

IL LOCALE dove avverare tutto ciò, in realtà, alla tradizione apparteneva. Quando fu rilevato da Enzo, insieme con i fratelli Salvatore e Mario Lococo e Mario De Notaris, il Calice era già lo storico bar ‘La Garisenda’, la cui licenza in via Clavature esisteva dal 1939. Non era un volto anonimo neppure allora, Enzo. In molti lo conoscevano già come gestore del ristorante ‘Al Cuntadein’.

MA È STATO dietro al bancone de Il Calice che, in trent’anni, la sua figura si è cementificata nell’immaginario cittadino. Amico di tutti, si suole dire, e nel caso di un barista già di per sé non si farebbe fatica a crederlo. Ma con Enzo, ricordano tutti, era diverso. Davanti al suo bancone sono passati studentelli universitari divenuti poi capitani d’impresa, docenti, persone note o semplicemente adulti. «A ognuno aveva qualcosa da dire, un consiglio da dare o semplicemente un sorriso», ricorda Gianfranco Cicognani, titolare del Gran Bar in via D’Azeglio e vicepresidente di Fipe-Ascom, l’associazione dei baristi bolognesi.