Il cavallino rampante dei cieli

Una mostra sulla figura di Francesco Baracca. Dal monumento futurista di Lugo al simbolo prestato a Ferrari

Francesco Baracca

Francesco Baracca

Bologna, 27 maggio 2015 - UN MITO, un simbolo che rispecchia un’epoca della nostra storia. Per le commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale non poteva mancare un’esposizione dedicata a Francesco Baracca (Lugo, 1888-Nervesa della Battaglia, 1918), uomo che rappresenta l’esperienza aeronautica nella sua sfaccettatura più ardita. Infatti, con Cavaliere del cielo. Il mito di Baracca nel monumento di Rambelli e nei media, l’Accademia di Belle Arti di Bologna (via Belle Arti 54) ha organizzato nella sua Aula Magna una mostra – si inaugura domani alle 18 – con la quale per la prima volta, come ha spiegato il direttore Enrico Fornaroli, si vuole raccontare il perpetuarsi della fama di questo personaggio raffigurato in un singolare quanto originale monumento, situato nella piazza di Lugo.

E proprio attorno al monumento dello scultore faentino Domenico Rambelli ruoterà buona parte della mostra, curata da Beatrice Buscaroli, Piero Deggiovanni, Alfonso Panzetta e Valeria Roncuzzi, corredata da un esauriente catalogo al quale hanno collaborato Giorgio Ciccognani, Camilla Roversi-Monaco e Daniele Serafini. La mostra, che chiude il 27 giugno, si avvale di una ricca tipologia di disegni a graffite ed inchiostro, restaurati per l’occasione e provenienti dalla Biblioteca Manfrediana di Faenza: rappresentano la fase preparatoria al monumento che, dopo vari progetti e sperimentazioni, vide il suo compimento nel 1936 in un’ardita ala svettante nel cielo con accanto la statua in bronzo raffigurante il Baracca.

«UN’OPERA unica nella storia del trentennio – commenta la Buscaroli – che non ha avuto imitazioni: l’ala in sé è veramente futurista». Sorprendente è la ricognizione realizzata dalla Roncuzzi tra materiali e stampe, cartoline e fotografie che documentano il mito di questo eroe dal 1918 a oggi, alimentato fra l’altro da Gabriele D’Annunzio, e dall’opera L’aviatore Dro, libretto e musica di Francesco Balilla Pratella. Ma ancora, in mostra, due cimeli provenienti dalle Collezioni d’Arte della Fondazione Carisbo: il famoso cavallino nero simbolo personale di Baracca, regalato dalla madre a Ferrari che ne farà il logo della sua casa automobilistica, e la famosa tempera di Mario Sironi per il manifesto della Coppa Baracca.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro