Mercoledì 24 Aprile 2024

La fotografia incontra la pittura nelle opere di Ventrone

La personale dell’artista ’Colore, luce, forma e spazio’ inaugura sabato alla Galleria Stefano Forni

Un’opera di Luciano Ventrone

Un’opera di Luciano Ventrone

Bologna, 26 novembre 2014 - Sabato 29 novembre alle 18 alla Galleria Stefano Forni (Piazza Cavour, 2 - Bologna), sarà inaugurata la mostra personale del maestro Luciano Ventrone dal titolo Colore, luce, forma e spazio in cui saranno esposte una decina di opere rappresentative degli ultimi vent’anni del suo impegnato lavoro. Tra gli artisti italiani maggiormente conosciuti a livello internazionale Ventrone ha esposto nei più importanti musei e gallerie internazionali da New York, Londra, Singapore a Mosca, San Pietroburgo, Roma e Milano.

L’artista dimostra da sempre la sua abilità nel trattare i colori e la pittura. Nella tecnica di Ventrone la fotografia è un punto di partenza, un punto dal quale parte l’astrazione del soggetto che si priva del suo essere materia per essere vissuto solo attraverso la luce. Lavorando direttamente dalla fotografia, Ventrone è in grado di cogliere dettagli non visibili all’occhio umano. Nelle sue opere l’artista crea mondi suggestivi carichi di vissuti e di emozione. La scelta dei soggetti lo lega ai grandi pittori del passato, tuttavia è la sua attenzione per l’applicazione della pittura, il suo trattamento del colore e della luce che lo pongono tra i contemporanei.

“Lo studio della pittura - sostiene Ventrone - non è la mera rappresentazione dell’oggetto ma è colore e luce: i giusti rapporti fra le due cose danno la forma nello spazio. Il soggetto non va visto come tale ma astrattamente.”

Nel 1983 è Antonello Trombadori con un articolo su “L’Europeo” ad indurre lo storico dell’arte Federico Zeri ad interessarsi dell’artista suggerendogli di affrontare il tema delle nature morte. E’ qui che inizia la lunga e ancora non completa ricerca sui vari aspetti della natura, catturando particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili.

E’ questa sua ricerca “dell’invisibile” che ha destato l’attenzione di tutti i più importanti critici contemporanei ad iniziare da Zeri, ed a seguire con Soavi, Tassi, Bonito Oliva, Sgarbi, Di Capua, Trombadori, Zavoli, Lucie-Smith, Crespi, Buscaroli.