'Ndrangheta, il Riesame respinge i primi ricorsi dell'operazione 'Aemilia'

Confermata la custodia cautelare decisa dal Gip Alberto Ziroldi per quasi tutte le tredici persone arrestate. L'avvocato Taormina, difensore del padre di Iaquinta: "Andremo in Cassazione" REGGIO Commissione parlamentare antimafia in trasferta VIDEO Imprenditore minacciato - Si parla di armi

L’avvocato Carlo Taormina (Foto Newpress)

L’avvocato Carlo Taormina (Foto Newpress)

Bologna, 16 febbraio 2015 - Confermata la custodia cautelare decisa dal Gip Alberto Ziroldi per quasi tutte le tredici persone arrestate nell'operazione Aemilia della Direzione distrettuale antimafia. Ma il tribunale del Riesame di Bologna non ha respinto tutti i ricorsi discussi in udienza il 10 febbraio.

In particolare, la decisione ancora non risulta depositata per un indagato. È stato invece scarcerato Antonio Crivaro, 41enne originario di Cutro (Crotone), residente nel Reggiano e accusato di associazione mafiosa. Il suo avvocato, Enrico Della Capanna, del foro di Reggio Emilia, davanti al Riesame aveva sostenuto che ci fossero deboli indizi della sua partecipazione all'associazione mafiosa. Inoltre i fatti che gli sono contestati - aver fatto da collettore di informazioni per Nicolino Grande Aracri e aver chiesto favori all'ex carabiniere Domenico Salpietro - risalgono al giugno 2011 e aprile 2012. Condotte datate per cui, secondo il legale, non si capisce quale sia l'esigenza cautelare.

È stata depositata nel tardo pomeriggio la decisione che conferma la custodia cautelare in carcere per Nicolino Grande Aracri, che nell'inchiesta Aemilia non risponde di associazione mafiosa. Per il presunto boss, che era stato raggiunto dall'ordinanza nel carcere di Opera dove si trovava per altre vicende, i giudici hanno escluso la gravità indiziaria di alcuni episodi, ma la custodia cautelare è stata confermata per altri. Grande Aracri è difeso dall'avvocato Alessandro Sivelli.

Tra le persone coinvolte nell'inchiesta ci sono anche Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore e accusato di far parte dell'associazione di tipo mafioso, e il giornalista Marco Gibertini, che risponde di concorso esterno. "Faremo ricorso in Cassazione, ma prima di questo cercheremo di chiarire le cose con la Procura" ha commentato l'avvocato Carlo Taormina, difensore di Giuseppe Iaquinta, per il quale il tribunale del Riesame ha confermato il carcere.

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