Venerdì 19 Aprile 2024

Nulla cambia perché tutto cambi

Egeria Di Nallo

Egeria Di Nallo

Bologna, 25 novembre 2014 - L’ affluenza alle urne ai minimi storici svuota dal di dentro la vittoria, se così vogliamo chiamarla, del Pd . In questo caso la disaffezione al voto non è da imputarsi a una tendenza generale e comune a molti paesi europei, ma ad una crisi specifica che ha coinvolto una parte precisa dell’elettorato, quella che da sempre ha costituito lo zoccolo duro della sinistra. Ne sono prova i risultati dalla Bolognina al Pilastro. Le intemperanze del Consiglio Regionale non hanno trovato un antidoto in una figura carismatica di riferimento e, se Bersani per molti della vecchia guardia avrebbe potuto stimolare uno sforzo di fiducia, la sua scomparsa dalla scena li ha indotti a godersi la giornata di sole e per la prima volta nella loro vita a ‘ster a cà’ ( a stare a casa) anziché andare al seggio.

Si è registrata con evidenza mai prima così palese più che una frattura, uno sbriciolamento all’interno del partito che indurrà a cambiamenti per la città. Niente di traumatico: Bologna, ossequiente al suo retaggio papalino, non ama spezzare, ma cambiare. Per Bologna vale il principio «che nulla cambia perché tutto cambi» esattamente il contrario del vecchio detto gattopardesco. La sinistra ha vinto le elezioni, ma non potrà governare. Necessariamente altre forze entreranno in campo. L’elezione di Guazzaloca poteva essere interpretata anche come conseguenza di una svista da eccesso di potere da parte del partito, che aveva sottovalutato l’importanza della scelta del candidato a fronte della propria forza. (Non inventando nulla di nuovo se si pensa che Caligola fece senatore il proprio cavallo). Qui siamo esattamente al contrario Bonaccini, ha vinto ma non è legittimato da un partito forte. Dovrà giocare la sua partita uscendo in campo aperto , cercando alleanze, dragando fra le forze della città, disponibile al dialogo fra pari. E’ così che avverrà una svolta epocale e il partito come bozzolo da cui è uscita la farfalla si accartoccerà su se stesso (forse nessuno aveva chiamato Bonaccini ‘farfalla’, ma non è mai troppo tardi) .Il gioco avverrà in un confronto-scontro di intendimenti che riporteranno Bologna ad una delle sue radici caratterizzanti sia spirituale che ideologica: il dialogo. Aperto a tutto senza ipoteche pregiudiziali e senza partiti alle spalle.