Venerdì 26 Aprile 2024

'Preso' uno stabile della Curia in via Albiroli

La risposta del collettivo Idra (FOTO)

Occupazione in via Albiroli (foto Schicchi)

Occupazione in via Albiroli (foto Schicchi)

Bologna, 6 dicembre 2014 - A due giorni dall’azione di via Fioravanti, è arrivata ieri sera la risposta del collettivo ‘Idra - Abitare per la crisi’, che ha occupato uno stabile della Curia in via Albiroli 1, alle porte dell’ex ghetto ebraico, in pieno centro storico (FOTO). L’occupazione è avvenuta ieri sera al termine di un corteo contro gli sfratti e il piano Casa del governo Renzi, promosso dal collettivo Hobo a cui si sono unite varie sigle dell’antagonismo bolognese.

L’ultimo stabile occupato da Idra, in via San Vitale, era stato sgomberato solo sabato scorso: «Oggi rinasce Idra – ha spiegato Giulia, del collettivo –. La nostra è una risposta pronta e immediata alle politiche delle istituzioni sulla casa. Questo stabile risulta della parrocchia di San Pietro Metropolitana e dimostra che a Bologna la speculazione c’è e riguarda tutti i poteri. Così replichiamo alla repressione».

Secondo quanto riferito dal collettivo, all’interno ci sarebbero una trentina di persone, fra cui una famiglia rumena con un figlio minore. Lo stato dello stabile, che ha due piani, sarebbe buono e funzionerebbe anche la luce elettrica. Il corteo era partito da piazza Verdi intorno alle 19. Le circa 200 persone hanno sfilato nelle vie del centro, tra la folla dello shopping di Natale, creando non pochi disagi al traffico, soprattutto in via Marconi. In via Indipendenza, il corteo ha anche ‘sfiorato’ di poche decine di metri la festa dei giocatori della Fortitudo e del Bologna nel negozio ‘Kontatto’. Quindi ha svoltato lungo via Altabella per raggiungere l’obiettivo di serata.

In mattinata c’erano stati altri momenti di tensione in via Zamboni. Gli addetti chiamati dall’Università per ripulire il murales dedicato a Kobane sono stati fermati da alcuni ragazzi dei collettivi. «Si è trattato di un fatto molto grave, un atto di intimidazione portato a termine da gente debole», ha spiegato, senza mezzi termini, il prorettore Roberto Nicoletti che lo ha definito «un atto di prevaricazione contro gente che faceva solo il proprio lavoro». Il murales, ha proseguito Nicoletti, ha comunque i giorni contati: «Abbiamo detto che manterremo pulita via Zamboni e così faremo: non sarà un episodio spiacevole a fermarci». Su Facebook, il Cua ha rivendicato l’azione: «Non permetteremo che quei murales vengano cancellati».