Occupazione via Agucchi, Merola striglia il collettivo e i bambini scendono

Il presidio di Social Log continua nelle ex Poste dopo lo sgombero lampo. Il sindaco: "Basta strumentalizzazioni". La Frascaroli: "Non parliamo con chi usa i minori"

Le ex Poste di via Agucchi presidiate

Le ex Poste di via Agucchi presidiate

Bologna, 8 dicembre 2015 – Due camionette della polizia, una dei carabinieri. Un reparto a bloccare l’accesso alla scala che porta all’ala dello stabile delle poste che, ieri, era stato occupato da alcune famiglie, guidate dal collettivo Social Log, liberato subito dalla polizia.

Il giorno dopo lo sgombero lampo, questa è la fotografia di via Agucchi. Falò accesi nei bidoni, panche allestite come per una sagra di paese. Alcune macchine dove hanno passato la notte le famiglie che sostengono gli occupanti. Alcuni, le mamme coi bambini più piccoli, sono stati fatti uscire dagli appartamenti. Altri, meno di una cinquantina, assieme ad attivisti di Social Log, sono restati tutta la notte lassù, asserragliati sul tetto.

La mattina, dalle 10, fanno capolino tra i ‘resistenti’ anche un paio di bambini. Il palazzo è fatto a U: l’ala centrale, disabitata da una decina d’anni, era finita nel mirino del collettivo. Gli altri due bracci sono invece abitati. La polizia, dopo lo sgombero, ha fatto murare la botola che porta agli appartamenti dell’ala sfitta. Ma gli occupanti, per scendere, essendo il tetto comune a tutta la struttura, possono utilizzare le botole presenti nel resto dello stabile.

La giornata è filata tranquilla: sul tetto il presidio, sotto il sostegno. Intorno alle 12, l’assessore Amelia Frascaroli ha rotto il silenzio, esprimendo, dalla sua pagina Facebook, "disapprovazione per l’occupazione del palazzo delle poste che ha visto il coinvolgimento di numerosi minori che mai dovrebbero essere ‘usati’ – ha scritto l’assessore al Welfare –. Proprio l’uso delle persone e l’ulteriore sconfinamento nel campo dell’illegalità rende impossibile aprire tavoli di confronto politico.

Confronto politico che, negli anni, ho sempre tenuto vivo purché fosse vincolato al raggiungimento di obiettivi concreti e non strumentali o meramente rivendicativi. Allo steso tempo non taccio, neanche in questo occasione, il fatto che lo spazio occupato è pubblico e inutilizzato da più di dieci anni. Come ho avuto modo di dire diverse volte, sarebbe stato necessario giungere molto più celermente al recupero di alcuni di questi luoghi pubblici che sono, a tutti gli effetti, beni comuni. Sarebbe stato il caso di prevenire nuove occupazioni anticipando soluzioni concrete che fossero al contempo rispettose della legge. In questo modo i temi della casa e del lavoro rimangono appannaggio di altri e della loro errata modalità di fare politica".

Qualche ora dopo, è stato il sindaco Virginio Merola a stigmatizzare l’ennesimo atto di prepotenza dei collettivi: «Il Comune – dice il primo cittadino – condanna l’occupazione dello stabile ex Poste di via Agucchi, stigmatizzando l’uso di minori per fini esclusivamente politici. Nonostante ciò l’Amministrazione comunale non si è sottratta fin dal primo momento al suo ruolo, intervenendo con i servizi sociali a protezione delle famiglie e dei bambini. Constato però che la quasi totalità dei nuclei ha rifiutato l’assistenza offerta dai servizi sociali.

Ciò a dimostrazione del fatto che si tratta di una pura strumentalizzazione che non merita nessun tipo di confronto politico. Bene hanno fatto le forze dell’ordine ad intervenire fin da subito e ringrazio gli operatori dei servizi sociali per l’impegno e la serietà dimostrata. Questa Amministrazione è impegnata da mesi nel reperimento di alloggi da destinare all’emergenza abitativa, come dimostra l’esperienza del Galaxy, unica in Italia. Questa è la strada che in maniera convinta stiamo percorrendo e anche sullo stabile ex Poste la trattativa è in corso".

Una mezz’ora dopo la dichiarazione del sindaco, i bambini ancora presenti sul tetto dello stabile sono stati fatti scendere: gli attivisti di Social Log, però, ci hanno tenuto a precisare che il gesto è stato dettato dalla "smilitarizzazione" della zona e non dalle "dichiarazioni del sindaco". Hanno inoltre rigettato le accuse di strumentalizzazione, spiegando che i bambini sarebbero saliti sul tetto perché "spaventati dall’arrivo, a sorpresa, della polizia". Infine, hanno chiesto un tavolo sull’emergenza casa. Il presidio, sul tetto, continua.

 

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