Un mese bollente sul fronte occupazioni, e il 31 luglio il Comune prese carta e penna

Nella lettera a Prefettura e Questura le iniziative avviate sull’emergenza casa. Merola: "Mai chiesto di rinviare gli sgomberi"

Gli occupanti dell’ex Telecom (FotoSchicchi)

Gli occupanti dell’ex Telecom (FotoSchicchi)

Bologna, 5 settembre 2015 - Venerdì 31 luglio 2015. È questa la data impressa sulla lettera che il Comune ha spedito a Prefettura e Questura: il Carlino ha rivelato l’esistenza della missiva che illustra le attività dell’amministrazione per risolvere le occupazioni che da più tempo di tutte si trascinano in città, quella di via Mario De Maria (marzo del 2014) e quella dell’ex Telecom di via Fioravanti (dicembre 2014) e che le iniziative sono ancora in corso. Due immobili su cui, dalla primavera di quest’anno, pendono altrettante ordinanze di sequestro preventivo, tuttora inapplicate. Tempo di far passare il weekend e, lunedì 3 agosto, gli uffici comunali protocollano una comunicazione, sempre diretta a Prefettura e Questura, che ha per oggetto proprio le attività di Palazzo D’Accursio per contrastare l’emergenza abitativa.

Le date, in questa storia, non sono un elemento di semplice contorno. Tra luglio e agosto la temperatura in città sul versante delle occupazioni è infatti diventata, se possibile, ancora più bollente del solito. A inizio luglio si diffonde la notizia che la Procura ha avviato le indagini sull’ordinanza con cui il sindaco Merola ha riallacciato l’acqua agli occupanti di via De Maria e su quella, analoga, per l’ex Telecom di via Fioravanti. Il 10 luglio Repubblica parla di una trattativa tra il Comune e la proprietà del palazzo di via Fioravanti per l’acquisto dell’immobile al costo di circa sette milioni di euro, trattativa smentita dall’assessore alle Politiche abitative, Riccardo Malagoli. Il giorno dopo, l’11 luglio, il procuratore aggiunto Valter Giovannini ribadisce alla stampa che «la Procura eseguirà il sequestro» dell’immobile.

Passa una settimana e, sabato 18 luglio, le forze dell’ordine sgomberano a tempo di record gli occupanti dell’ex Inpdap di via dei Mille. È un’operazione che – oltre a dare il segnale che il clima sulle occupazioni è cambiato – crea anche un cortocircuito istituzionale, con l’assessore al Welfare Amelia Frascaroli che in mattinata critica l’intervento della polizia («Quella tenuta dalla Questura non credo sia stata una condotta opportuna»), a causa del mancato avviso ai servizi sociali del Comune e, nel pomeriggio, aggiusta il tiro delle sue affermazioni, mentre Merola rilascia una nota dove loda il lavoro delle forze dell’ordine.

Non è finita qui. Il 22 luglio si diffonde la notizia che Merola è indagato dalla Procura, con l’accusa di abuso d’ufficio, per le ordinanze con cui ha deciso il riallaccio della fornitura idrica agli stabili occupati di via De Maria e via Fioravanti. Seguono giorni di polemiche, durante i quali si affaccia lo spettro di un nuovo sgombero, quello delle scuole ex Ferrari di via Toscana, per cui la proprietà (la Carisbo) chiede alla Procura di procedere con il sequestro dell’immobile.

Luglio  si conclude e, sotto le Torri, l’eventualità che agosto possa portare con sé lo sgombero delle due principali occupazioni cittadine diventa un’eventualità sempre più concreta. Il tempo sta finendo. Dal Comune parte così la comunicazione a Prefettura e Questura, che chiarisce cosa Palazzo D’Accursio sta facendo per trovare soluzioni alternative per chi ha occupato in via De Maria e via Fioravanti. Intanto, l’amministrazione si è già attrezzata per trovare un luogo per gli occupanti, e sembra averlo trovato nell’ex caserma della Guardia di Finanza alla Ponticella. Ma qualcosa va storto: il sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, viene informata del piano solo giovedì 6 agosto e stoppa le intenzioni della giunta Merola. In quarantotto ore la soluzione Ponticella tramonta.

Manca una settimana a Ferragosto, il periodo che avrebbe dovuto portare all’attuazione delle ordinanze di sequestro di via De Maria e via Fioravanti. La lettera del Comune è però già arrivata a chi di dovere e gli sforzi illustrati da Palazzo D’Accursio nella missiva, combinati con il naufragio del ‘piano Ponticella’, convincono tutti a stare fermi un altro po’. Gli sgomberi, sul punto di partire, non partono più. E anche agosto trascorre senza colpo ferire.

 

Merola: "Mai chiesto di rinviare gli sgomberi"

«Mai chiesto di rinviare gli sgomberi». Il sindaco Virginio Merola replica a muso duro alla ricostruzione pubblicata sul Carlino di ieri, secondo la quale gli interventi nei palazzi occupati di via Fioravanti e via De Maria, programmati a cavallo di Ferragosto, sono stati sospesi in seguito a una lettera dell’amministrazione a Prefettura e Questura, nella quale si dava conto delle trattative in essere per far fronte all’emergenza abitativa. Quanto riferito, afferma Merola, «non rispecchia la realtà».

«In nessuna lettera uscita da questi uffici – è la dichiarazione del primo cittadino – l’amministrazione comunale ha chiesto di ritardare o rinviare gli sgomberi. Per questo, se sono in possesso di questa lettera, chiedo con forza che venga resa nota e pubblicata». La vicenda ha destato forte irritazione a Palazzo D’Accursio. Merola non nega i contatti con le altre istituzioni coinvolte nella partita delle occupazioni, ma non ci sta ad assumersi la responsabilità dell’ormai imbarazzante tira e molla sui decreti di sequestro dell’autorità giudiziaria, ancora pendenti dopo sei mesi.

«Allo stesso tempo – aggiunge – esigo rispetto per il lavoro che stiamo facendo e richiamo tutti a un senso di responsabilità in merito alle soluzioni che stiamo vagliando su un tema così delicato come quello dell’emergenza abitativa. Lo stesso rispetto che ho sempre mostrato nei confronti delle altre istituzioni». Infine, «la fuga di notizie infondate in ambienti istituzionali è un fatto non accettabile – conclude –, diventa addirittura pericoloso nel corso della gestione di situazioni emergenziali». Interviene a ruota, gettando acqua sul fuoco, il segretario del Pd Francesco Critelli, che invita alla leale collaborazione fra i palazzi: «Quando c’è tensione fra le istituzioni non va mai bene».

«Bene ha fatto il nostro sindaco a specificare i contorni della vicenda», chiosa Critelli, che poi sottolinea: «Noi siamo per il rispetto dell’autonomia delle diverse istituzioni ed è evidente che parlare di questa autonomia significa sapere che ci vuole un corretto rapporto tra tutte le istituzioni». L’auspicio del segretario Pd «è che alcune questioni possano essere risolte e superate e che, quindi, si possa proseguire con un lavoro comune e capace di rispettare le diverse autonomie, nell’interesse della città». Critelli invoca dunque «condizioni climatiche diverse».

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