La colf ha ucciso perché voleva essere assunta. Il giallo della porta chiusa a chiave

Il gip non ha convalidato il fermo ma disposto la custodia cautelare. Ilenia Oggiano ha confermato la confessione e il movente. Gli inquirenti vogliono chiarire chi abbia dato le mandate

Ilenia Oggiano esce dalla caserma dopo la confessione (FotoSchicchi)

Ilenia Oggiano esce dalla caserma dopo la confessione (FotoSchicchi)

Bologna, 20 ottobre 2014 - Il Gip Alberto Ziroldi, pur non convalidando il fermo, ha disposto la custodia cautelare (per il rischio di reiterazione) di Ilenia Oggiano, la 35enne cagliaritana accusata dell'omicidio dell'84enne, Teodolinda Capitani, avvenuto venerdì scorso a Bologna in via Borgatti. La donna (assistita dall'avv. Gianluca Belluomini) ha confermato la confessione e il movente: avrebbe agito perché la pensionata da cui lavorava da alcune settimane non la voleva assumere come collaboratrice domestica. Il fermo emesso venerdì dal Pm Beatrice Ronchi non e' stato convalidato, secondo quanto appreso, perche' ritenuto non sussistente il pericolo di fuga. La donna risponde di omicidio aggravato dai futili motivi e dall'abuso di relazioni domestiche. Era stata la stessa Oggiano a chiamare i soccorsi, dopo essere uscita dall'appartamento dell'anziana, in via Borgatti, riferendo di una discussione e dicendo che la pensionata era caduta in terra.

Un giallo rimane nell'omicidio apparentemente con poche ombre di Teodolinda Capitani. E' legato alla chiusura a chiave della porta dell'appartamento in via Borgatti. Gli inquirenti ritengono necessario approfondire proprio il momento in cui la donna ha lasciato l'appartamento, dopo aver ucciso la vittima e prima di chiamare lei stessa i soccorsi. "Sicuramente - ha detto la Procura - verra' risentita dalla Pm Beatrice Ronchi perche' a distanza di alcuni giorni potrebbe aver migliorato il proprio ricordo dei fatti". Gli investigatori, infatti, hanno motivo di ritenere che la porta sia stata chiusa con delle mandate di chiave e cosi' e' stata trovata all'arrivo dei carabinieri.

Sul punto, pero', nell'interrogatorio la 35enne sarda ha ripetuto con sicurezza di essersi tirata dietro la porta. Inoltre non e' stata trovata in possesso di chiavi, mentre i due mazzi di cui si sapeva l'esistenza sono stati recuperati. E' da sciogliere il dubbio su chi abbia chiuso la porta a chiave.

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