Opere pubbliche, controlli seri a cantieri aperti

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Bologna, 20 aprile 2015 - L’ASTA per le opere pubbliche consente un risparmio ma porta al sospetto che il miglior offerente abbia abbassato i costi per poi rifarsi con la riduzione del materiale occorrente (cemento ed altro) e con l’utilizzo di lavoratori in nero e poco qualificati. Pertanto, c’è un solo modo per evitare eventuali truffe: la massima e continua sorveglianza da parte di persone esperte in materia.  Dante Cichetti

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

IL PROBLEMA non è rappresentato dall’asta per l’appalto delle opere pubbliche. I trucchi e il malaffare di solito si sviluppano in un momento successivo quando arrivano l’aumento del prezzo in corso d’opera, quando si utilizzano materiali che non rispettano i protocolli, quando vengono affidate consulenze d’oro che spesso servono come mezzo di pagamento delle tangenti. Veniamo ai controlli. E’ inutile allestire commissioni e commissari straordinari. Servono poche regole molto chiare. E chi sgarra deve pagare un conto salato. Ma soprattutto occorre fare verifiche precise durante l’iter dei lavori. Così si eviterebbero disastri (addebitati all’Anas) come il crollo deI ponti in Sicilia o le polemiche sul presunto utilizzo di quantità di cemento più scarse del previsto come per la galleria della Civitanova - Foligno nelle Marche. E sono solo due esempi.

beppe.boni@ilcarlino.net

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