Mercoledì 24 Aprile 2024

PalaDozza, tabellone e canestri in salvo. Il Comune versa 55mila euro al curatore

Querelle, dopo il fallimento della Fortitudo di Sacrati rischiavano il trasloco

Il tabellone del PalaDozza: in piazza Azzarita gioca ancora la Fortitudo (foto Schicchi)

Il tabellone del PalaDozza: in piazza Azzarita gioca ancora la Fortitudo (foto Schicchi)

Bologna, 30 gennaio 2015 - Alla fine tutto è rimasto dov’era e dove aveva più senso che restasse. Con buona pace dei tifosi e degli appassionati di basket che, la domenica, nella buona e nella cattiva sorte, continuano a riempire gli spalti del ‘Madison’ di piazza Azzarita. Il Comune, qualche settimana fa, ha deciso di ricomprarsi tabellone elettronico e canestri del PalaDozza, mettendo così fine a una querelle che si trascinava, tra una cosa e l’altra, almeno dal 2011. I due impianti del palazzo dello sport rischiavano di finire all’asta a seguito del fallimento della Fortitudo srl, proprietà di Gilberto Sacrati. Anzi, i canestri erano già stati messi in vendita nel luglio di tre anni fa – come beni pignorati alla vecchia società biancoblù per fare fronte ai debiti –, ma alla fine nessuno era riuscito a comprarli e le strutture, all’epoca valutate tremila euro, erano rimaste lì dove erano sempre state.

Il club di via San Felice era poi fallito poco più di un anno dopo (settembre 2012) e da allora si era aperta una questione non da poco per l’amministrazione comunale, impegnata a farsi riconoscere dal curatore fallimentare della Fortitudo, Carlo Alfonso Lovato, la proprietà delle strutture all’interno del PalaDozza. Un impegno complesso, tanto che ad aprile di un anno fa si era sparsa la voce che i canestri, il tabellone e i 5.570 seggiolini sarebbero andati all’asta in un lotto unico, dal valore iniziale di 100mila euro.

Così non fu. E nei sei mesi successivi il Comune è riuscito a dimostrare di essere proprietario dei seggiolini (installati durante la ristrutturazione dell’impianto tra il 1995 e il 1996). Non però dei canestri, né del tabellone segnapunti, inaugurato nel dicembre 2000 quando la Fortitudo si chiamava ancora Paf e, pochi mesi prima, si era cucita sul petto il suo primo sudato tricolore.

Per evitare che le due dotazioni finissero all’asta e che qualcuno se le portasse via – con ovvie ripercussioni sulla stagione sportiva della Fortitudo, che tuttora gioca nell’impianto – il Comune ha deciso di versare un assegno da 55mila euro al curatore fallimentare. Anzi, leggendo la determina dirigenziale pubblicata poco prima di Natale, Palazzo D’Accursio avrebbe fatto un affare, considerato che, anche solo con l’acquisto del tabellone elettronico, «la transazione appare vantaggiosa per l’amministrazione». Soprattutto perché quando il Comune diede in gestione il palazzo alla Effe, proprio nel 2000, i tabelloni segnapunti erano di valore e tecnologia molto inferiori rispetto a quello ancora in uso.