Palla al centro

Bologna, 7 ottobre 2015 - Atlantide, il collettivo intoccabile. Per anni. Ora, invece, è toccabilissimo L’apertura ai gay, con la lotta per i diritti mancati; poi l’attacco, no «alla lobby gay», e relative scuse odierne. E ancora Ronchi, l’assessore prediletto: la sua lista civica, ad agosto, fu definita «fatto importante per il successo elettorale». Ora Ronchi può essere licenziato, tanti saluti. La bussola di Merola (e del Pd) è sempre più esagitata. E se all’inizio il cambio di direzione sul cassero occupato era parso a qualcuno un’astuta mossa ‘giudiziaria’, è chiaro ormai che si tratta di una scelta politica fortissima. Con la revoca delle deleghe all’assessore alla cultura, muore l’ipotesi di un Merola ipersupportato da sinistra e c’è da giurare che, oltre ai civici di Ronchi, anche buona parte di Sel potrebbe allontanarsi dal sindaco in vista del bis.

Con due prospettive: un ricompattamento dei compagni più radicali e un (ri)avvicinamento del Pd al centro. Proprio come accade a Roma, i democratici guardano ai centristi come ago della bilancia, consci del pacchetto di voti che i moderati possono portare. Ma come può, un sindaco che viola la legge dando l’acqua agli occupanti, essere supportato da Udc e Ncd? E come può, l’area che fa capo al ministro Gian Luca Galletti, tollerare la vicinanza dei ‘moderati’ di Sel? Più che politica, sembra un tentativo di eugenetica. O, per dirla con Merola, una nuova «mossa del cavallo».

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