Agguati, Panebianco sotto sorveglianza

Considerato obiettivo sensibile. Ufficio murato: il capo del collettivo Hobo incastrato dai filmati (FOTO) di Gilberto Dondi

Il muro  imbrattato in segno di protesta contro  il politologo Angelo Panebianco

Il muro imbrattato in segno di protesta contro il politologo Angelo Panebianco

Bologna, 22 luglio 2014 - Le immagini sono piuttosto chiare e per gli investigatori della Digos rappresentano la prova che chiude il cerchio. Si vede uno dei capi del collettivo universitario Hobo che, assieme a un amico, entra in un grande magazzino alle porte della città e ne esce con un carrello pieno di roba: un secchio di vernice e due borsoni verdi contenenti il materiale necessario ad erigere un muro. Si tratta della vernice rossa e del materiale utilizzati durante la spedizione punitiva di martedì scorso contro il docente di Scienze politiche Angelo Panebianco, ‘colpevole’ di esprimere le proprie opinioni sul Corriere della Sera. 

Nel blitz tre attivisti di Hobo incappucciati hanno murato l’ufficio del professore e scritto su una parete del corridoio: ‘Stop ai baroni della guerra # Free Palestine’. I tre erano già stati individuati e denunciati alcuni giorni fa e si tratta del presunto capo, un 41enne piemontese originario di Casale Monferrato (in provincia di Alessandria), di un catanzarese di 28 anni e di un 22enne nato a Termoli (Campobasso). Dovranno rispondere di violenza privata e danneggiamento aggravato.

Ora a loro carico il quadro indiziario si irrobustisce con le immagini di sorveglianza del centro commerciale acquisite dalla Digos. Il filmato risale ad alcuni giorni prima dell’irruzione e si vede appunto il 41enne che esce con la vernice e i borsoni, gli stessi che i violenti di Hobo avevano all’entrata e all’uscita da Scienze politiche una settimana fa. Gli inquirenti, insomma, non hanno dubbi su chi abbia compiuto l’agguato. Che, peraltro, non è il primo. Panebianco infatti era già stato vittima di un’azione analoga il 14 gennaio e per quei fatti furono già denunciati in quattro, fra i quali l’onnipresente 41enne. 

«Questo (cioè l’aver trovato le immagini che incastrano gli autori; ndr) dimostra il grande scrupolo e impegno profusi da Procura e polizia per attribuire precise condotte agli indagati», commenta il procuratore aggiunto Valter Giovannini. Panebianco ha preferito non commentare l’ennesimo e inaccettabile atto intimidatorio, ma le minacce nei suoi confronti non sono state prese sottogamba da chi di dovere. Questura e Prefettura hanno infatti inserito l’abitazione del docente nell’elenco dei siti sensibili da tenere d’occhio nel giro notturno di ronda che compiono le pattuglie. Si tratta di una sorveglianza discreta e non invasiva. Ma che potrà essere ulteriormente rafforzata qualora la situazione lo richiedesse.

Gilberto Dondi

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