"Io, medico rimborsato per la specialità"

La storia: Paolo Borri, uno dei 170 camici bianchi risarciti in città. "Una giusta soddisfazione"

Paolo Borri, oculista

Paolo Borri, oculista

Bologna, 27 maggio 2015 - «E’ STATA un bella sorpresa. Ormai inaspettata. Il giusto riconoscimento a chi ha fatto tanta manovalanza negli ospedali, un servizio sanitario fondamentale». Paolo Borri fa l’oculista in uno studio a San Lazzaro ed è uno dei 170 medici bolognesi che hanno ricevuto rimborsi per 7 milioni di euro per il loro lavoro durante le scuole e le specializzazioni post laurea. Cifre che variano da 9mila euro per ogni anno di specializzazione fino a 12-13mila.

Dottor Borri, cosa si prova a ricevere un rimborso per qualcosa accaduto più di vent’anni fa?

«E’ una bella sorpresa. Devo essere sincero: non ci avevo fatto molto affidamento, ma credo sia un riconoscimento giusto».

Per quale ragione?

«In qualsiasi professione eccetto la nostra viene riconosciuto l’apprendistato dal punto di vista retributivo. Solo per noi no».

Torniamo indietro nel tempo. Ci racconti la sua specializzazione.

«Sono stati quattro anni da ‘volontario’. Completamente gratis e in alcuni casi c’era anche la frequenza obbligatoria. Lo definirei una situazione simile al lavoro nero».

All’epoca si era reso conto di questa ingiustizia?

«Io e miei colleghi sapevamo che in altri Paesi europei gli specializzandi erano considerati come assunti e avevano uno stipendio, i contributi e la malattia. Ma dovevamo accettarlo, non c’era altra strada».

Non esisteva nemmeno una forma di assicurazione?

«Nulla di nulla. Se uno cadeva da una scala dell’ospedale o si beccava un’infezione sul lavoro, si trovava completamente senza copertura».

Quando ha deciso di fare ricorso?

«Nel 2009. Consulcesi mi contattò, ma io ero molto scettico».

Perché?

«Avevo visto molti colleghi tentare invano di riavere questi soldi, ci credevo poco».

Cosa la convinse?

«La sentenza della Cassazione che ha sancito la retroattività dei rimborsi: era quello lo schermo dietro cui si celava lo Stato».

Si tratta di belle somme.

«Al di là dell’entità delle cifre, c’è anche il riconoscimento a persone che hanno contribuito a fare tanta manovalanza negli ospedali: un lavoro fondamentale che era stato colpevolmente dimenticato».

Quanta gente conosce nella sua stessa situazione?

«Tanti. E molti hanno scelto la strada del ricorso. E visti i risultati, credo che saranno sempre di più».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro