Parto con la ventosa, neonato muore. Indagati due medici del Sant’Orsola

Per i genitori, quarantenni bolognesi, era il primo figlio

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Una sala operatoria (foto di repertorio)

Bologna, 11 ottobre 2014 - L’avevano voluto con tutte le loro forze, quel bambino. E quando finalmente era arrivata la notizia della gravidanza, ottenuta grazie alla fecondazione assistita, per la coppia di quarantenni bolognesi si era realizzato il sogno.  Purtroppo, però, quel sogno si è trasformato nel peggiore degli incubi. Il parto, effettuato a fine giugno al Sant’Orsola in regime di libera professione da un ginecologo del Policlinico, è finito in tragedia con la morte del bambino, avvenuta dopo alcuni giorni di ricovero nel reparto di terapia intensiva neonatale. 

I genitori, devastati dal dolore, qualche settimana dopo il decesso hanno presentato denuncia e la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo che, ancora nelle fasi iniziali, vede indagati il ginecologo e l’anestesista presenti in sala parto. L’inchiesta, coordinata dal pm Roberto Ceroni e affidata ai carabinieri del Nas, ha subito un’accelerazione nei giorni scorsi, quando i militari dell’Arma si sono presentati nel reparto di Ginecologia e Ostetricia e hanno sequestrato tutta la documentazione sanitaria, a cominciare dalle cartelle cliniche della mamma e del bambino. 

Uno degli aspetti più delicati della vicenda è l’utilizzo da parte del ginecologo della cosiddetta ‘ventosa’, cioè lo strumento che serve per estrarre dalla testa il neonato nel caso quest’ultimo non esca naturalmente. Il professionista l’avrebbe usata ripetutamente, prima di riuscire a far partorire la donna. Purtroppo le condizioni del bambino fin da subito sono apparse gravi e il piccolo è stato trasportato dalla Ginecologia alla Terapia intensiva neonatale, dove però non si è mai ripreso e, dopo circa una settimana, è morto. 

L’indagine del Nas si concentrerà inevitabilmente su questo aspetto, per capire se l’uso della ventosa sia stato fatto nel modo corretto dal ginecologo, un 41enne con diversi anni di esperienza.  I genitori, ancora sotto choc, nella denuncia hanno ricostruito la vicenda dall’inizio fino al drammatico epilogo, chiedendo alla Procura di verificare si vi siano stati errori o responsabilità da parte del personale del Policlinico. 

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