Passante, migliaia di firme contro

No dei comitati all’allargamento di tangenziale e autostrada: "Vogliono entrarci in casa con le auto"

Alcuni residenti della zona autostrada-tangenziale, attivisti del comitato ‘La Dozza’ (Foto Schicchi)

Alcuni residenti della zona autostrada-tangenziale, attivisti del comitato ‘La Dozza’ (Foto Schicchi)

Bologna, 9 maggio 2016 - Tra meno di un mese si vota a Bologna ma, complice la campagna elettorale finora più apatica di sempre, sembra che pochi ne siano consapevoli. Chi, invece, lo sa bene (e probabilmente se lo ricorderà nelle urne) sono quel migliaio di bolognesi che vivono ai bordi del nodo tangenziale-autostrada.

Il perché è presto detto: ad aprile è stato firmato lo storico accordo con cui si dà l’ok all’allargamento del ‘Passante di Bologna’. Che, tradotto in termini pratici, significa una tangenziale e un’autostrada più larghe, ovunque con tre corsie per senso di marcia (più quella di emergenza) e, nel tratto che porta alla Fiera, addirittura con quattro. Le promesse delle istituzioni locali, sindaco Virginio Merola in testa, sono le stesse di sempre: traffico più scorrevole, meno smog, fine di code e imbottigliamenti. Peccato, però, che allargare il nodo bolognese non sia proprio come costruire in mezzo al niente della campagna emiliana, visto che sul tracciato insistono centinaia di palazzi, molti dei quali abitati. E chi vive lì è legittimamente preoccupato dell’impatto di un’infrastruttura che, a lavori conclusi, sarà larga tredici metri in più di adesso.

Anche perché fino allo scorso novembre – quando Merola fece propri i timori e le contrarietà di una parte del Pd – la soluzione era stata individuata nel Passante Nord, che avrebbe solcato per 35 chilometri la pianura emiliana, ben distante dalla città di Bologna. Seppellito quel progetto, si è deciso di puntare tutto sull’allargamento del nodo esistente.

«Vogliono per caso entrarci in casa con il traffico?» si chiedono ora, legittimamente, i residenti di alcuni palazzi di via Francoforte, quartiere San Donato, dove la distanza tra gli appartamenti e la tangenziale è di appena nove metri e mezzo. Non lontani da loro tremano gli abitanti del ‘Villaggio Lercaro’, minacciato dal rifacimento integrale di uno svincolo. E le preoccupazioni – spostandosi verso la zona di via Ferrarese, a Nord della città, o alla Croce del Biacco – a Est, non cambiano di molto. Timori che i residenti – che con un un comitato hanno raccolto 2.500 firme contro il progetto, già consegnate all’assessore regionale ai Trasporti – hanno espresso qualche sera fa al sindaco Merola, nel corso di un primo incontro pubblico, accogliendolo a suon di fischi. Lui ha subito rassicurato, anche nei giorni successivi: «Le preoccupazioni dei residenti sono legittime, ma proteggeremo le loro abitazioni. Ci sono cinque mesi di confronto per fare tutte le modifiche necessarie». Sempre che servano davvero.

 

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