Passante, i residenti: "La tangenziale ci arriverà dentro casa"

Le abitazioni in via Francoforte distano solo 9 metri dal muro dell'attuale carreggiata

Una delle residenti mostra il muro della tangenziale

Una delle residenti mostra il muro della tangenziale

Bologna, 8 maggio 2016 - Il muro di via Francoforte te lo trovi davanti. Ad altezze diverse, a rombi di motore diversi. Dimmi dove abiti e ti dirò con che occhi puoi guardare la tangenziale. Storia di tante famiglie, con più o meno anni sul groppone, che vivono allo ‘steccone’ di case popolari a due passi da via San Donato, dietro la chiesa di San Donnino.

L’artiglio blu è quello della strada, tangenziale nel senso letterale della parola. La copertura è lì dal 2008 e fa compagnia a chi si dà il bacio della buonanotte, la sera, dietro a inferriate spessissime perché "qui abbiamo paura di chi si infila nel palazzo". La paura di periferia si sente anche da questo e la vicenda si complica, se il timore è di vedersi entrare in casa non un ladro, ma la tangenziale. Solo 9 metri e mezzo, circa, separano la carreggiata dal palazzone. E qui dovranno allargare, si presume.

I coniugi Varacalli hanno ristrutturato tutta la casa ultimamente. Ormai alla camera con vista sul griglione blu ci hanno fatto l’abitudine. Ci fanno entrare che si sente profumo di colazione. "Il rumore forse è diminuito da quando hanno messo questa tettoia – indica Cosimo sporgendosi dalla finestra –. Ma, detto questo, ora cosa hanno intenzione di fare? Vogliono entrarci dentro casa? Non c’è più spazio". E sì che davvero sono pochi metri.

Al piano terra, sul retro della via c’è un intervallo regolare: box auto – camerette dei bimbi – box auto. Barbara Rizzo guarda il nipotino, i genitori sono al lavoro, e ci mostra il muro grigio tanto vicino. Alcuni signori a poca distanza ragionano sulla svalutazione degli appartamenti. "Con l’allargamento rivenderli sarà impossibile – spiega Armando Palmia –. Le cifre si sono dimezzate: ora forse un metro quadro vale mille euro". "Qui la gente si ammala e le istituzioni non se ne accorgono", aggiunge Elia Sarti, ex postino e ora nel parallelo viale Zagabria. "C’è l’elementare Don Minzoni lì dietro – aggiunge Silvano Matteucci – e le auto già sfrecciano troppo. Altro cemento, ottima soluzione".

Con i residenti di via Francoforte c’è anche un drappello di rappresentanti del Villaggio Lercaro – uno dei fronti aperti nel ‘no’ deciso al maxi allargamento con la Croce del Biacco e le case con vista autostrada di zona Ferrarese . "Merola parla di 5 mesi di monitoraggio – spiegano i componenti del Comitato –, ma qua le centraline dove sono?". L’ultima suggestione, prima di pranzo, è di Armando. "Dall’altro lato c’è la centrale Enel. Qui ci siamo noi. Dove crede che allargheranno?".

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