People Mover, il Tar dà il via libera e Marconi Express: "Cade ostacolo principale"

Il sindaco Merola aveva messo in dubbio il futuro dell’opera: "Un binario sempre più morto"

Il sindaco Virginio Merola in consiglio comunale

Il sindaco Virginio Merola in consiglio comunale

Bologna, 25 luglio 2014 - Mentre il sindaco di Bologna, Virginio Merola, mette in dubbio il futuro del People Mover, sull'opera arriva un nuovo semaforo verde. E' quello acceso dal Tar del Lazio, che dà ragione al ricorso di Marconi Express contro lo stop dell'Autorita' di vigilanza dei contratti pubblici. In sostanza per il Tar del Lazio, che ieri ha notificato alle parti la sentenza datata 22 maggio, dopo la modifica dei patti parasociali non ci sono più rischi per le finanze pubbliche.

"Viene così meno uno dei principali ostacoli che ad oggi aveva impedito un sereno dialogo con i finanziatori dell'opera - sottolinea in una nota Marconi Express - i quali erano legittimamente preoccupati per i possibili risvolti di tale pronuncia". I legali della società spiegano che il Tar, "premettendo che i provvedimenti dell'Autorità non sono vincolanti per le amministrazioni cui sono rivolti, ha dichiarato che l'intervenuta modifica dei patti parasociali di Marconi Express rende inutile la prosecuzione del giudizio, in quanto l'atto dell'autorità è da ritenersi ormai superato integralmente". Con questa sentenza si chiude quindi il braccio di ferro iniziato l'8 maggio 2013 con la delibera dell'Autorità di vigilanza, che lanciava l'allarme sul rischio portato dal People Mover alle finanze pubbliche.

Contro quella delibera dell'Autorità di vigilanza sul People Mover Marconi Express e Ccc avevano presentato ricorso, che il Tar del Lazio ora dichiara tecnicamente inammissibile, perché "non si evince che l'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici sia dotata di poteri di supremazia gerarchica nei confronti delle amministrazioni aggiudicatrici, statali o locali - si legge nella sentenza - così da poter ipotizzare un potere di annullamento per vizi di legittimità dei provvedimenti da queste adottati in tema di affidamento di lavori pubblici". Ma soprattutto perché "anche a voler riconoscere natura provvedimentale all'avversata deliberazione dell'Autorita', di fatto non sussisterebbe comunque alcun interesse ad annullare tale atto, posto che ad esso comunque il consorzio risulta essersi adeguato".

In poche parole, il Tar del Lazio ha dato ragione a Marconi Express, che già alla fine di luglio del 2013 modificò i patti parasociali 'censurati' dell'Autorita', integrando proprio la prescrizione dell'organismo di garanzia. "Nell'accordo iniziale tra Ccc e Tper era previsto che quest'ultima assumesse la maggioranza di Marconi Express a collaudo dell'opera avvenuto - ricorda la società - con la revisione dei patti avviata l'anno scorso, prima ancora dei rilievi dell'Authority, si prevede invece che Tper resti in Marconi Express con una quota minoritaria, non superiore al 25% del capitale".

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