"Vendevamo materiali edili, ora fabbrichiamo sogni"

Premio Mascagni. Persiceto Marmi è sorta sulle ceneri di un fallimento. La video-intervista Segui il nostro speciale

Bologna, Gian Luca Bernardini di Persiceto Marmi

Bologna, Gian Luca Bernardini di Persiceto Marmi

Bologna, 2 febbraio 2016 - La postazione di lavoro di Gian Luca Bernardini, 54 anni, un diploma da geometra rimasto nel cassetto e un’azienda – quella dove lavorava –, rilevata dal fallimento per creare la Persiceto Marmi (VIDEO), può essere guardata da due diversi punti di vista. «Il primo – spiega lui –, è quello tipico dell’epoca pre-crisi. Il secondo si chiama B-Side, è un nostro progetto...».

Bernardini, partiamo dal primo.

«Lei non ha davanti una scrivania e una libreria, ma i tagli di lavorazione di due bagni, due scale e una tomba di famiglia. Materiale troppo piccolo e dalla forma troppo irregolare per essere usato. Sono residui della produzione del marmo, da smaltire a pagamento, benché pregiati».

Perché non farne dei mobili?

«I progetti non sono miei, ma dei designer con cui collaboriamo. Io ho soltanto dato ascolto al disagio che avevo ogni volta che portavo in discarica questi pezzetti di marmi ricercati, costosi, bellissimi, pregiati».

Questi oggetti hanno mercato?

«Lo scopriremo presto: li venderemo solo sul web. Ma sono fiducioso e per due motivi. Uno: sono opera di artisti e designer bravissimi. Due: sono tutti pezzi unici, impossibili da rifare».

Era uno scarto anche la ditta in cui ci troviamo, fallita nel 2013.

«Io ci lavoravo da anni. Credevo nelle sue potenzialità e in quelle delle pietre naturali nell’edilizia. Bastava avere il coraggio di investirci ancora».

Investire? Nell’edilizia? Oggi?

«Vede: con la crisi non è finita l’edilizia. È finito quel tipo di edilizia. Ma la gente continua ad abitare. E una casa, vecchia o nuova che sia, per ognuno di noi è prima di tutto un sogno da realizzare. Basta capire questo: noi non vendiamo più materiale per l’edilizia. Siamo artigiani in grado di trovare in natura le pietre migliori e lavorarle per realizzare quel sogno di casa».

Immaginifico. Ma ha funzionato?

«Nel 2013 l’azienda era fallita. Io, che ne ero il commerciale, l’ho acquistata, ho ri-assunto 5 artigiani e ho ricominciato da zero. E proprio oggi, due anni dopo, ho assunto il 15esimo dipendente. Il fatturato 2015 è stato di 1,4 milioni di euro. Non è ancora il top, ma è più della somma degli ultimi 4 fatturati della vecchia gestione».

Uno rimane disoccupato, allora fa un mutuo e acquista in tribunale l’azienda per cui lavorava. Il giorno dopo che fa?

«(ride, ndr) Per prima cosa mi sono presentato ai fornitori-creditori con la mia faccia e un nuovo marchio, per cercare di recuperare la fiducia perduta. Con i clienti è stato più facile: da commerciale li conoscevo bene, e loro conoscevano me».

Cos’è, oggi, Persiceto Marmi?

«Una realtà che ha recuperato dalle ceneri di un’azienda con 80 anni di storia una manualità e un saper fare artigiano che, purtroppo e per fortuna, non si inventano e non si improvvisano. E che, a questi, ha affiancato architetti, designer e artisti di mezza Europa. Loro sognano un arredo. Noi, come dei sarti, cuciamo la pietra viva per trasformare quei sogni in realtà».

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