La sigaretta di Crespellano si chiamerà Iqos

La Philip Morris ha presentato a Losanna il nuovo prodotto italiano che girerà il mondo: non brucia, non fa fumo e non fa cenere di Simone Arminio

Le sigarette Philps Morrsi che verranno prodotte a Crepellano

Le sigarette Philps Morrsi che verranno prodotte a Crepellano

Bologna, 1 luglio 2014 - ECCOLA QUI la sigaretta del futuro made in Valsamoggia. I vertici di Philip Morris l’hanno svelata giovedì scorso a Losanna, nella due giorni dedicata agli investitori. Si chiama Marlboro Iqos e, come si è già detto in passato, è un ibrido del tutto inedito sul mercato. Perché ha forma e consistenza di una sigaretta vera (è fatta di filtro e tabacco veri) ma promette di non fare male alla salute, al pari delle sigarette elettroniche già in commercio, visto che non brucia, non fa fumo e non fa cenere, ma si scalda solamente, generando un aerosol di nicotina privo di catrame.

Lo stabilimento dove la multinazionale la produrrà, a Crespellano, ha già avuto tutti i via libera possibili e tra pochi giorni avrà un cantiere. Anche investimenti e ricadute industriali per il territorio erano cosa nota: 500 milioni di euro, tutti in carico al colosso americano, e 600 dipendenti da assumere in gran parte nel nostro territorio.

MANCAVA, insomma, soltanto una forma e un nome. Ed eccoli svelati in Svizzera. La Marlboro Iqos sarà composta da due parti. Quella tecnologica, prodotta fuori dall’Europa, è la via di mezzo tra un accendino e un cellulare. È composta da uno stick cavo dove inserire la sigaretta, una parte staccabile per permettere di pulirlo, una custodia dove riporre lo stick e un caricabatterie usb. Diverse le tipologie di colore: dal nero lucido, più elegante, al bi-colore più giovanile.

LA SECONDA parte, invece, è la sigaretta vera e propria ed è quella nata da queste parti. Lo stabilimento di prova, in funzione da qualche mese alla Intertaba di Zola, ha già cominciato a produrla in vista del lancio dei primi prototipi e in attesa che sia pronto il novo stabilimento. La caratteristica? Una testa di tabacco pressato in modo particolare per permettere di essere scaldato, ma senza bruciare. Anche il packaging è made in Bo, e ha una forma inedita rispetto a quella di un normale pacchetto di sigarette: si estende in orizzontale, forse a denotarne differenza sostanziale e merceologica con un normale pacchetto di bionde. Il pacchetto, infatti, lo dice chiaro: la forma è pensata per l’utilizzo con Iqos.

Non facciano infine paura le scritte in giapponese ben visibili nella foto che i tre vicepresidenti di Philip Morris international (Bernard Bonvin, ricerca e sviluppo, Manuel C. Peitsch, di ricerca biologica, e Frederic de Wilde, marketing) hanno mostrato al mondo della finanza che si è ritrovato a Losanna. Derivano dal fatto che la vendita sperimentale, che partirà a ottobre di quest’anno, sarà avviata su due città nel mondo: una nel nord Italia e un’altra appunto in Giappone.

IL PASSO successivo sarà la vendita su scala nazionale, sempre in Italia e Giappone, ma per sostenerne le necessità produttive bisognerà aspettare fine 2015, quando sarà pronto e operativo il nuovo stabilimento di Crespellano. Che a regime, entro la fine del 2016, sarà in grado di produrre decine di migliaia di miliardi di sigarette in un anno. «Italia: le dimensioni di un’opportunità», era il titolo delle slide presentate a Losanna. E una volta tanto gli investitori internazionali, pur trattandosi del Belpaese, hanno annuito convinti.

di Simone Arminio

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