Bologna, 19 dicembre 2014 - Lentamente, ma si muove. L'economia emiliano romagnola chiude il 2014 con il segno più, visto che il Pil prodotto in Regione nel corso dell'ultimo anno è aumentato dello 0,3%. Pochissimo e comunque niente in confronto ai livelli pre-crisi (i primi anni Duemila), ma comunque un segno in controtendenza rispetto al -0,4 per cento dell'Italia. A salvare la nostra economia è, come succede ormai da anni, l'export, che nei primi nove mesi dell'anno è aumentato del 4,2% rispetto al 2013, molto più di quanto fatto dalla Penisola in generale (+1%) e dal Nord Est in particolare (+3%).
I dati sono stati illustrati questa mattina nella terza torre della Regione, in occasione della presentazione del Rapporto sull'economia regionale 2014 (FOTO) realizzato da Unioncamere e da viale Aldo Moro. "Aver fermato la discesa e avere evitato il segno meno davanti al Pil è un ottimo segnale - ha commentato il presidente di Unioncamere Emilia Romagna, Maurizio Torreggiani -. Se questa tendenza si confermerà anche nel biennio 2015-2016 potrebbe arrivare la ripresa". I settori che hanno trainato di più l'export, e quindi il Pil, emiliano romagnoli sono stati, nel corso del 2014, i prodotti metalmeccanici (su tutti packaging, autoveicoli, rimorchi e semirimorchi), quelli del settore moda, l'agroalimentare, mobili, piastrelle, articoli in gomma, prodotti chimici e farmaceutici. Ancora male l'edilizia (-4,6% del volume di affari) e dati poco confortanti anche per la vendita al dettaglio (-3,3%).
Per quanto riguarda il versante del lavoro, invece, continuano a scarseggiare le buone notizie: gli occupati sono aumentati dello 0,1% (1.941.000 persone nel complesso), trascinati soprattutto da autonomi e partite Iva ma, parallelamente, sono cresciute anche le persone in cerca di lavoro, con il tasso di disoccupazione regionale fermo all'8,2%.
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