Bologna, 19 novembre 2010 - ASSOMIGLIA a un origami dalemiano la profezia di Francesco Rutelli sul Pd — e sul centrosinistra — bolognese. «Con queste primarie si va a sbattere. Guardiamo anche a Torino, guardiamo a Napoli. Vedrete, da qui a gennaio ci saranno altri cavalli in corsa. Noi siamo favorevoli a una soluzione civica. Stiamo raccogliendo le idee. Bologna è depressa, abbacchiata, spenta. Se l’uomo politico più popolare in città è una donna prefetto che pulisce i muri, vorrà pur dire qualcosa. Ci vuole una novità. Dev’essere espressione del territorio e delle forze politiche. Serve una coalizione per il bene di Bologna. Stiamo dialogando con le forze del nuovo polo e con il centrosinistra. Quali forze? Questa è una domanda da vecchia politica». L’Udc, per dire? Sorride: «L’Udc certo, ho incontrato un vostro concittadino, si chiama Casini». Aggiunge: «Ho parlato anche con un bolognese dal doppio cognome... Sono tutti bolognesi. Comandate voi!».

IL SENATORE, leader dell’Api, scalda così i motori del suo movimento — difficile valutare quanta valga, come consenso — mentre inaugura la sede regionale dell’Alleanza per l’Italia, terzo piano di un condominio popolare al Savena. Saletta affollata, taglia il nastro Elena Torri, coordinatrice provinciale. Tra gli ospiti Aldo Bacchiocchi del Pd, Angelo Rambaldi e Paolo Giuliani di una ‘Bologna al centro’ che flirta anche con Fli, la segretaria dell’Udc, Maria Cristina Marri. I nomi dei candidabili restano riservati. «Ci sono contatti», chiude il discorso la coordinatrice. Cercano uno come Luigi Marino, presidente di Confcooperative.

RUTELLI scocca il sorriso più seducente quando dice: «Le primarie fatte con una conta interna Bologna le ha già vissute». Pausa, sguardo ‘assassino’: «E mi pare che l’esito sia stato pessimo». Riferito al ’99. Ma il vostro candidato, se riuscirete a costruire il terzo polo bolognese, verrà presentato prima o dopo il 23 gennaio, data delle consultaizoni a sinistra? Risposta sibillina: «Sono convinto che le primarie non siano così scontate. Non faccio una profezia ma una valutazione politica. Chi ha orgoglio per Bologna non può aspettare come va a finire la lotta interna... La soluzione è civica e politica». Civica come Giorgio Guazzaloca o politica come Gianluca Galletti? Blindato: «Non faccio nomi, neanche sotto tortura».

IL SENATORE ripercorre invece le tappe della politica bolognese e si scandalizza: «Che altro deve succedere? E si pensa di risolvere con un candidato d’apparato? Se le primarie possono saltare non sono in grado di dirlo io. Guardo a Napoli e dico che se il Pd insiste con le primarie perde pure lì. A Bologna vedremo». Uno dei suoi traduce: «Bisogna trovare un civico che sbraghi». Veramente corrono già da tempo gli ‘esterni’ di origine democratica Benedetto Zacchiroli e la temibile Amelia Frascaroli sostenuta da Sel, mondi di riferimento l’Ulivo di Prodi e Vendola, che voterebbe alle primarie. Nel giorno di Rutelli si è candidato sul Corriere Ernesto Carbone, direttore nazionale di Red, dalemianissimo, «iscritto al Pd da sempre», come precisa lui stesso. Tra le raccomandazioni della sua discesa in campo: l’alleanza con l’Udc. Lo sapeva che per correre servono le firme dell’assemblea — 80 — o degli iscritti, più o meno 2.200? Il parlamentino democratico è già diviso tra Virginio Merola e Andrea De Maria. Resta la porta stretta. Sui giornali se ne parla da mesi, è tutto nello statuto. «Mea culpa, l’ho scoperto adesso», è disarmante Carbone. Il segretario del Pd Raffaele Donini e il senatore Walter Vitali gli rispondono a muso duro: le regole d’ingaggio sono queste. L’ex sindaco ricorda anche la discesa in pista di Donata Lenzi, durata cinque giorni. Quindi Carbone, lei che cosa farà? Raccoglierà le 2.200 firme o si ferma qui? «Continuo a fare una battaglia sulle regole, così sono assurde — non si smuove —. Vediamo cosa succede nei prossimi giorni». Ad esempio a Roma, quando sarà chiaro se si vota o no. E se poi Silvio incassa la fiducia un’altra volta... C’è già chi intravede sulle alleanze a sinistra un nuovo match Prodi-D’Alema. Bologna è il crocevia.