Bologna, 10 gennaio 2011 - La politica litiga sulla morte del piccolo Devid, il neonato deceduto lo scorso 5 gennaio al Sant'Orsola dopo essere stato soccorso dal 118 in piazza Maggiore. Puntuale e' scattata la caccia ai responsabili 'politici' del dramma che ha colpito la citta' con la chiamata in causa della giunta commissariale e della giunta Cofferati.

Durissime le prese di posizione di Bologna al centro e del grillino Giovanni Favia, concordi nella chiamata in causa di chi ha governato la citta' negli ultimi anni. "Un bambino e' morto e non bisogna speculare da punto di vista politico, vedremo cosa diranno gli esiti delle indagini della magistratura", premette Favia, che assesta subito un fendente all'indirizzo di Virginio Merola, candidato del Pd alle primarie del centrosinistra in programma tra due settimane e assessore all'urbanistica nella giunta guidata da Sergio Cofferati. "Mi hanno colpito le parole di Merola: dovrebbero vergognarsi ancora di piu' quelle persone che questa citta' l'hanno governata, quelle persone che hanno fatto una riforma dei servizi sociali che ha portato a questi risultati. E Merola era tra questi", attacca il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.

Gli ex popolari, che definiscono il piccolo Devid "un martire dell'incapacita' e dell'indifferenza", tirano in ballo anche il commissario Anna Maria Cancellieri. "Da tempo la invitiamo a intervenire per modificare una organizzazione dei servizi attuata a seguito dei 'teoremi' partoriti da chi durante la Giunta Cofferati si sarebbe dovuto occupare del sociale e del sanitario. Niente da fare", protestano Angelo Rambaldi e Paolo Giuliani che bollano come "festival delle chiacchiere inutile" l'istruttoria pubblica del sociale promossa dall'amministrazione commissariale in autunno. 

Rambaldi e Giuliani, peraltro, ricordano come alcune proposte per migliorare la rete dei servizi ("un colabrodo che utilizza male le risorse"), dal pronto soccorso sociale mobile all'albergo popolare, siano rimaste lettera morta. "Oggi la distanza fra coloro che hanno bisogno e le istituzioni e' aumentata - sostengono i due ex Ppi - ed i poveri vengono immessi in un tormentoso gioco dell'oca nel quale si perdono fra caselle e caselle, di cui i famosi sportelli sociali di quartiere, sono uno, non l'unico, degli esempi. E questo succede perche' gli ideologi di questi teoremi disorganizzativi, sia in Comune che in Regione, non vogliono cambiare nulla". E se la vergogna si abbatte sull'intera citta', "dovrebbe vergognarsi chi ha potuto contribuire attivamente a creare una situazione di disagio e di cattiva gestione che ha portato a fatti come questo, invece di ergersi a giudice", colpisce a sua volta Favia.

"Non mi piace speculare, non mi piace leggere parole di chi punta il dito sul Comune per una cosa del genere, ma un bambino e' morto. Non mi piace speculare, ma non mi piace nemmeno la lavata di mani del commissario Cancellieri", rincara la dose Massimo Bugani, candidato dei 'grillini' alle prossime comunali, coplito dalle parole pronunciate oggi a caldo da Cancellieri ("Da quello che abbiamo potuto ricostruire fino ad ora la madre era una povera donna che aveva sempre rifiutato aiuti e assistenza"). "Cosa vuol dire? Significa che la madre e' colpevole e noi no? Significa che la madre e' colpevole e le istituzioni no?", protesta Bugani.

"Non e' accettabile che, a 20 giorni di vita, un figlio del ricco e civile capoluogo emiliano, possa trovare la morte nell'indifferenza delle istituzioni sociali cittadine", sostiene La Destra. Si interrogano su quanto accaduto anche Chaty La Torre, coordinatrice di Sel, e Daniela Turci, dirigente scolastico ed esponente del Pd. "La nostra bella citta' per la quale tanto ci affanniamo a mantenere l'eccellenza pur in periodo di tagli ai finanziamenti statali, non puo' piu' fregiarsi di alcun merito. I servizi sociali sono la cartina al tornasole di un paese civile, da questa morte dobbiamo trovare la forza di riemergere come societa' del rispetto e della solidarieta'", auspica La Torre, mentre Turci si chiede cosa avrebbe potuto essere fatto per evitare la tragedia. "Abbiamo i servizi sociali che funzionano bene per tutti coloro che necessitano di aiuto? Le politiche per le famiglie, l'istituzione comunale dov'erano? Sovvenzioni, aiuti, solidarieta' personale e collettiva, mai dovrebbero mancare, ma qui in questo caso molto non ha funzionato sino ad arrivare ad una vita che si spegne", e' l'amara conclusione di Turci.