Bologna, 21 gennaio 2011 - A due giorni dalle primarie del Pd, su una cosa i candidati si trovano d'accordo: la liberalizzazione delle droghe leggere. Il pensiero unanime sulla materia è emerso da un confronto su 'Radiotau'.

"Non sarei cosi’ sfavorevole", ha spiegato Amelia Frascaroli, secondo la quale quello della liberalizzazione "e’ un discorso ambiguo e falsato che andrebbe affrontato in termine di rottura del mercato". D’altronde, ha aggiunto, "ci sono droghe gia’ liberalizzate come l’alcol e il fumo".

"In un paese dove la mafia ha preso controllo dell’economia, dobbiamo toglierle mercato se vogliamo batterci per la legalita’", è il pensiero di Virginio Merola. Il candidato Pd sottolinea anche che "tabacco e alcol forse fanno male molto di piu’ di alcune droghe leggere".

Nessun problema nella liberalizzazione anche per Benedetto Zacchiroli: "Bisogna uscire da questo sistema in cui lo Stato si sente tranquillo prendendo soldi dalla vendita di prodotti su cui scrive che fanno male".

Dissente dai tre primaristi, però, la consigliera regionale dell’Udc Silvia Noè: "In una societa’ in cui le sostanze sono sempre piu’ considerate una moda, se non la normalita’, specialmente tra i giovani, e dove il vero problema non e’ tanto la droga con cui ci si distrugge ma l’emergenza educativa che sta alla base del consumo, e’ molto grave che chi si candida ad amministrare una citta’ non comprenda il rischio di tali affermazioni", ha sottolineato.
 

La consigliera Udc, dopo aver apostrofato come "irresponsabili" le dichiarazioni dei tre, ha concluso con un invito: "Mi piacerebbe che i tre candidati alle primarie avessero il coraggio di visitare e confrontarsi con i responsabili delle comunita’ di recupero, in cui tanti esperti da anni si adoperano quotidianamente con amore, dedizione e impegno per recuperare migliaia di giovani che vengono inghiottiti in modo pericoloso dalla droga".