Bologna, 22 luglio 2011- L’ipotesi di una Citta’ metropolitana quale ente di secondo grado senza organi elettivi scelti dal voto diretto dei cittadini, come immaginata dal sindaco di Bologna Virginio Merola, non convince la presidente della Provincia felsinea Beatrice Draghetti che in una nota definisce la proposta di Merola meritevole di “grande attenzione e un serio approfondimento circa l’efficacia, la convenienza e l’opportunita’”, ma ricorda che servono interventi “autenticamente riformatori e innovativi”.

“Dopo anni di discussione su Citta’ metropolitana come prospettiva congeniale al nostro territorio, anche per le esperienze avanzate di governance gia’ in atto, una legge dello Stato ora consente un’accelerazione rispetto alla sua istituzione” prosegue la numero uno di Palazzo Malvezzi che quanto a strade alternative richiama a valutare “innanzitutto dalla concreta fattibilita’ dell’opzione: ovviamente senza una nuova legge che la prevede, rischiamo di perdere ulteriore tempo aspettando Godot, come si sta facendo da anni”. “Avendo disponibili possibilita’ realistiche - esorta infine Draghetti - scegliamo di atterrare su riforme vere, di alto livello, corrispondenti alle esigenze e alle potenzialita’ del territorio”. 

Allo stop della presidente della Provincia Beatrice Draghetti alla proposta di una federazione di citta’, il sindaco di Bologna Merola risponde per le rime. “Mi sembra di capire che Draghetti abbia detto che se si dimostra praticabile la condivide. Mi concentrerei nel farla diventare praticabile”, e’ l’esordio soft del ragionamento del primo cittadino, che poi si produce in un secco “1-2”.
“Per me se non e’ praticabile questa proposta non lo e’ neanche l’altra- contrattacca Merola- non sostituirei mai la Provincia con una citta’ metropolitana provinciale. Questo regalo ai cittadini bolognesi non lo voglio fare. Dobbiamo liberarci di istituzioni che sono superflue”.