Bologna, 8 agosto 2011 - POCO PIÙ di due mesi fa, il 24 maggio, l’addio a Bologna. Dopo quasi un anno e mezzo passato a Palazzo d’Accursio con l’incarico di commissario straordinario. E un voglino, subito scacciato, di candidarsi sindaco. Anna Maria Cancellieri — in vacanza con il marito in Sicilia, dove si occupa dei nipotini — non ha nostalgie. «O, almeno, non ho ancora avuto il tempo di farmele venire».

Lei è tornata a vivere a Milano. Riesce a seguire le vicende bolognesi?
«Quando sul giornale capita qualcosa su Bologna, lo leggo subito. E di tanto in tanto do un’occhiata su Internet».

Non le capita mai di voler dare un consiglio al sindaco Merola?
«Oh, Merola non ha certo bisogno dei miei consigli».

Ha avuto occasione di parlargli?
«No, non ci siamo più sentiti dal giorno del passaggio delle consegne, in maggio».

Non si sveglia mai con l’incubo di essere ancora commissario?
«No, no... Dormo bene. E poi non sarebbe comunque un incubo. Il periodo passato a Bologna è stato pieno e molto bello».

Con il senno di poi, rifarebbe tutto?
«Direi di sì. Non ho ripensamenti. E non mi sento di avere sprecato tempo. Ce l’abbiamo messa tutta. Poi, per carità, si può sempre fare meglio».

Uno dei suoi subcommissari, Matteo Piantedosi, è stato nominato prefetto di Lodi. Lei, da prefetto di esperienza, che cosa ne pensa?
«Sono davvero molto, molto contenta. Piantedosi si merita questa nomina, è un funzionario di altissimo livello».

A proposito di nomine. A Parma, la situazione in Comune è confusa. In caso di commissariamento, lei andrebbe?
(Sospira) «A Parma c’è ancora un sindaco... E poi, dipenderà dal ministro dell’Interno».

Ha seguito la vicenda delle nomine fatte da Merola nelle società partecipate?
«Sì, mi pare che molto fosse prevedibile. A parte l’Aeroporto, che è stata la nomina più discussa».

Il sindaco dice ‘via la politica dalle nomine’.
«Ottima idea. È un principio meraviglioso. Servono le persone giuste, indipendentemente dall’appartenenza politica. Se ce la fa...».

E cosa pensa dell’idea di pedonalizzare una parte di centro storico?
«Un’idea bellissima. Anch’io avrei pedonalizzato, ma non sono scelte che spettano a un commissario».

Lei ha ancora incarichi istituzionali?
«Sono commissario per l’emergenza della Stoppani, un’azienda genovese. E seguo, come consigliere, le vicende dell’Amt, l’azienda trasporti di Genova».

In questi giorni, l’Atc è nella bufera per mancati versamenti al Comune di introiti del Piano sosta.
"Anche secondo noi Atc avrebbe dovuto dare dei soldi al Comune. Lo mettemmo nero su bianco».

Lei ebbe uno scontro con Francesco Sutti, presidente Atc. Ora salta fuori una lettera di dimissioni che Sutti le avrebbe mandato. Ci racconta come andò?
«Sutti non si è affatto dimesso. In quella lettera rimise il suo mandato, ma io non ho neppure considerato la cosa. Io ho solo ribadito la linea del Comune, che secondo me aveva diritto a certe somme. Ma le dimissioni di Sutti non ci sono mai state».

Si dice che lei avrebbe rimesso ogni decisione su Sutti nelle mani del sindaco che sarebbe venuto.
«Ma figuriamoci. Se avessi ritenuto necessario prendere provvedimenti nei confronti di Sutti, l’avrei fatto io».