Bologna, 24 novembre 2011 - Prima se ne vadano da Sala Borsa, poi si parla: "Noi non ci facciamo prendere in giro", da chi "per giustificare un comportamento, cambia giacca". Anche perche', "quando e' in corso una trattativa con le amministrazioni pubbliche bisogna avere un comportamento coerente".

L'assessore comunale alla Cultura Alberto Ronchi, oggi a margine della presentazione della "Schoenberg experience", replica cosi', senza mezzi termini, all'appello al dialogo lanciato ieri dal collettivo Bartleby per non far cadere la trattativa per trovare una nuova sede: "Dichiarino unilateralmente che se ne vanno da Sala Borsa e poi cominceremo a fare dei ragionamenti", chiarisce.

Poi attacca: "Quando parli di precariato e di lavoratori devi avere rispetto di chi lavora, e invece li' ogni volta che loro entrano c'e' gente che deve rimanere oltre l'orario di lavoro, questo non lo tolleriamo". E poi per Ronchi non ha molto senso occupare "insistentemente un'importante attivita' culturale che gia' esiste se si e' alla ricerca di un luogo nuovo dove fare cultura".

Per quanto riguarda poi la rottura delle trattative da parte di Palazzo D'Accursio, per l'assessore il cammino e' chiaro, con le amministrazioni pubbliche "bisogna avere un rapporto coerente. Noi avevamo intavolato una discussione e avevamo detto che non davamo il cinema Arcobaleno, che peraltro non e' del Comune", poi l'occupazione. Non vale nemmeno dire che quell'azione e' stata fatta come Santa Insolvenza e non come Bartleby, perche' "a noi non piace che uno a seconda della giacca che si mette giustifichi i suoi comportamenti. Dentro a quel movimento hanno fatto una scelta, quindi se ne assumono le responsabilita' visto che questa scelta implica che noi abbiamo rotto le trattative".

Il Comune, continua Ronchi, "non si arrabbia, e' una istituzione, quando apriamo delle trattative pensiamo di parlare con delle persone che sanno stare a un tavolo. Se queste persone, per mille motivi, non ci riescono e fanno dello scelte diverse, noi interrompiamo le trattative perche' siamo persone serie". Infine l'ultima stoccata, alla luce degli appelli di scrittori e intellettuali a difesa di Bartleby: "Dimensioniamo le cose, loro non sono il centro del mondo, in questa citta' ci sono attivita' culturali importanti e loro sono una delle tante. Cominciamo ad avere una diversa concezione di se', cerchiamo di essere modesti".