Bologna, 12 novembre 2012 - SE I NUMERI del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna fossero una proporzione diretta della trentina di presenti all’assemblea regionale di ieri nella sede del Quartiere Porto, non si parlerebbe certo di boom. Ufficialmente si sono trovati per fare il punto su temi generali e il perfezionamento degli strumenti di partecipazione; ma non pochi hanno nascosto, fuori dall’assise, che dal ‘laboratorio Emilia’ è spuntato un vero e proprio problema di rappresentanza. Di democrazia, forse. Nemmeno l’ombra, certo, di riferimenti diretti alle polemiche esplose nei giorni scorsi attorno alla consigliera comunale felsinea Federica Salsi, con le parole al vetriolo di Beppe Grillo sul suo blog seguite all’apparizione della Salsi nel dibattito tv di Ballarò. «La tv è il vostro punto G», scriveva colui che è definito il megafono dell’organizzazione.
 

E proprio Federica Salsi è tornata ad utilizzare il megafono — ‘sbagliato’ si direbbe — della televisione, in un’intervista rilasciata ad AffariItaliani ed andata in onda a Domenica In ieri pomeriggio. «Ci sono rimasta male, ho ricevuto insulti ed ora ho il telefono che suona in continuazione, le troupe tv girano per Bologna per capire chi sono e cosa faccio. Continuano a cercare i miei genitori, amici, parenti. È una mercificazione degradante della mia persona», confessa.
 

SI DICE rammaricata di quella che non dovrebbe essere una cultura propria del M5S, anche alla luce dell’ostracismo a Palazzo D’Accursio, dove ora siede isolata dagli altri due colleghi del gruppo. «Nel momento in cui uno esprime opinioni diverse non c’è la possibilità di un confronto ma solo un giudizio sull’opinione espressa. In un movimento che vorrebbe proporre democrazia — ha continuato Salsi —, ciò non può che portare cose brutte». Nega di aver mai concordato ed ancor meno autorizzato il fuori onda di Servizio Pubblico in cui manifestava critiche all’asse Grillo-Casaleggio, ma torna sull’argomento: «Il megafono vuole continuare ad esserlo Grillo in maniera tale da dare una voce univoca al movimento. Non stimola il dibattito e questo crea tifoserie, non permette di trovare soluzioni perché parla alla pancia della gente e tira fuori i loro peggiori istinti».
 

SALSI racconta poi di quando «ho trovato una mia conversazione privata sul blog seguita dai soliti insulti» ed è certa di voler rimanere nella truppa «perché spero che questa mia esperienza serva a far crescere il movimento».
L’impressione è che alla riunione regionale, off limits alla stampa, se ne sia parlato più che altro in camera caritatis, e di certo senza gli eletti ‘big’ del movimento, nessuno dei quali da Favia a Bugani si è fatto vedere. Un impiegato di Bologna accreditato del microfono, poi rivela: «Possono pure stare a casa, non ce ne frega niente». Altri hanno spiegato come alcuni post forti di Grillo «ci hanno creato problemi nel territorio». Il movimento sarà anche ‘liquido’, ma i temi sul tavolo restano solidi. E si sente.

Daniele Passeri