Bologna, 14 dicembre 2012 - «IL SOGNO che ho cominciato a vivere nel 2007 sta trasformandosi sempre più in un incubo». Così si sfoga l’unica consigliera grillina del Quartiere Savena, Silvia Patini. Mentre osserva dalla lontana Cuba (dove si trova in vacanza) la bufera che si è abbattuta su Federica Salsi e Giovanni Favia, commenta sconsolata: «Spero che questo svanisca presto nel nulla e che si modifichi di nuovo in un sogno che diventi realtà — si sfoga sulla sua bacheca Facebook —. Uno vale uno è la frase con cui siamo nati, con la quale abbiamo cominciato prima a camminare e poi a correre; è la frase con cui voglio fermarmi con un sorriso sulle labbra».


PER ora sono molti a non sorridere più. L’intero gruppo consigliare grillino del Quartiere Navile ad esempio. Che compatto lascia un messaggio di chiara condanna a Grillo e alla sua decisione di espellere Favia e la Salsi: «Federica Salsi e Giovanni Favia, uno vale uno, ma non oggi. Noi valiamo tre e per questi tre voi siete ancora dentro — attaccano i consiglieri, smentendo di fatto il loro stesso leader —. Vogliamo sentire ancora la vostra voce, anche qualora non fossimo d’accordo con voi, perché questa è democrazia!». Firmato: Michele Onofri, Francesco Moretti e Marco Badiali. E’ proprio il capogruppo Michele Onofri ad ammettere che anche l’ipotesi di rinunciare al simbolo come atto di protesta è al vaglio: «Stiamo riflettendo — spiega —. E’ chiaro che sono successe cose molto brutte che non ci trovano d’accordo. Ma prima bisogna portare avanti la battaglia per le elezioni, anche perché i cittadini che andremo a candidare non saranno né Grillo né Casaleggio. Comunque nei prossimi giorni ci troveremo tutti insieme con gli altri Quartieri per discuterne».


Tutti questi malumori per ora non si sono tradotti in dimissioni e nemmeno nella rinuncia al simbolo. Si tratta soltanto di gesti di solidarietà verso i due espulsi. Molto più trattenuti sono i neo-candidati grillini per la corsa al Parlamento, come Giulia Sarti: «I rapporti con Favia e Salsi non vengono minati certamente da eventuali scelte, come quella di togliere loro il simbolo — precisa —, sono sempre stati punti di riferimento». Ma nessuno per ora fa un passo indietro, dato che le urne sono alle porte.


LA PAURA di essere espulsi appena prima delle elezioni è talmente palese che persino sul meetup dei grillini bolognesi è nato un gruppo di discussione con questo titolo: ‘Con Grillo, la questione democrazia del movimento, va regolata dopo le elezioni’.
Sarti spiega che «ora siamo chiamati a un compito ben più grande: quello di prepararci per la corsa al Parlamento. Quando saremo lì, allora molti problemi saranno risolti». La Sarti, che per formazione vorrebbe incentrare la sua azione politica su giustizia e criminalità organizzata, non vuole però commentare apertamente l’ostracismo operato da Grillo, anche se esprime la sua solidarietà ai due consiglieri ribelli. 

di Saverio Migliari