Bologma, 18 aprile 2013 - L'ORSO marsicano agita i democratici delle Due Torri. E ufficialmente il Pd di Bologna va alla guerra contro il suo 'capo' Bersani: l'elezione di Franco Marini al Quirinale non s'ha da fare. E' il segretario Raffaele Donini a lanciare un accorato appello via Facebook al gruppo dirigente nazionale del partito. «Vi prego fermatevi - scrive Donini - la nostra gente non capisce. Come può essere considerata condivisa una candidatura che spacca il Pd e sbriciola il centrosinistra, con l'unico pregio di accontentare Berlusconi? Alla prima votazione potrebbe non passare. Non si continui oltre. Marini faccia un passo indietro». Donini ha quindi deciso di rompere gli indugi e di mettersi di traverso rispetto alla linea di Pier Luigi Bersani.

Già nella notte, del resto, i segnali di un Pd al tracollo erano tanti. A partire dai renziani e dalla loro ferma decisione di non votare l'ex presidente del Senato. «Ho votato contro la proposta di Franco Marini- faceva sapere ieri sera il deputato Pd Matteo Richetti, fedelissimo del sindaco di Firenze- non andava nemmeno proposto per rispetto a lui». Ma pure Sergio Lo Giudice, neo-senatore Pd, che gia' si era espresso a favore di Stefano Rodota', annunciava nella notte: «Io ho votato no» alla candidatura di Marini, «vediamo cosa succede domattina alla prima votazione».

Anche tra gli amministratori di Bologna non mancano rabbia e delusione. «E' noto che non capisco nulla di quella politique politicienne che costruisce da sempre gli equilibri per eleggere il Presidente della Repubblica come le ultime ore dimostrano- scriveva su Facebook l'assessore Luca Rizzo Nervo- cio' detto trovo stravagante che un Paese archivi il nome del Presidente dell'Unione Europea (Romano Prodi, ndr) perche' divisivo. Trovo ancora piu' stupefacente che lo archivi il partito di cui e' fondatore».

E se il coordinatore della Giunta bolognese, Matteo Lepore, si augurava che la scelta di Marini fosse solo pre-tattica, il sindaco di Casalecchio, Simone Gamberini, monta su tutte le furie. «Uno torna a casa dopo una assemblea con 10 artigiani alle soglie del fallimento e scopre che c'è di peggio - si sfogava ieri ser a- ringrazio i molti parlamentari bolognesi che mi hanno confermato di avere espresso, durante l'assemblea dei grandi elettori Pd, un voto contrario alla proposta 'unitaria' e 'condivisa?' di Franco Marini candidato alla presidenza della Repubblica. Hanno ben interpretato i miei sentimenti e quelli di tanti elettori del Pd. Spero la notte e una necessaria mobilitazione facciano cambiare idea a quello che consideravo il mio gruppo dirigente».