Bologna, 6 maggio 2013 - Il consiglio comunale di Bologna ha approvato l’aumento Imu prima casa, perno del bilancio 2013. Lo ha fatto a maggioranza, con i voti del centrosinistra e con quelli contrari di centrodestra e Movimento Cinque Stelle. L’aliquota passa quindi dal 4 al 5 per mille, ma rimane, come ribadito piu’ volte dalla vicesindaco Silvia Giannini, suscettibili di cambiamenti in base alle decisioni del Governo.

 

Proprio dei possibili cambiamenti parla il sindaco Merola: ben venga la sospensione dell’Imu solo se “ci dicono subito da dove prendono i soldi”. Perche’ non puo’ essere lasciato ai Comuni l’onere di coprire il buco. “Sono anni che tagliamo e non sappiamo piu’ dove attingere le risorse”, avverte il sindaco di Bologna, Virginio Merola, questo pomeriggio a margine del Consiglio comunale. Resta il fatto che anche per Merola, l’abolizione dell’Imu non e’ la prima cosa da fare.


“Non si puo’ agitare l’Imu senza dire quali altre risorse vengono date ai Comuni- attacca il sindaco- bisogna fare le cose seriamente”, perche’ senza le risorse dell’imposta sugli immobili sono a rischio “nidi e servizi sociali: non si puo’ scherzare”. E ancora: “Non si puo’ continuare solo con la demagogia, se il Pdl vuole togliere l’Imu abbia anche il coraggio di dire da dove si prendono i soldi”. Merola si augura dunque che la decisione di oggi in Consiglio comunale “venga superata, ma manca ancora il provvedimento concreto. Ci auguriamo venga sospesa la rata dell’Imu, ma dando ai Comuni le stesse risorse. Altrimenti si prendono in giro i cittadini”. La delibera di oggi “e’ un atto di responsabilita’- insiste il sindaco- in attesa del provvedimento di merito. Il bilancio va fatto per far ripartire gli investimenti: andiamo avanti su quanto concordato con i sindacati. Non possiamo lasciare la citta’ nell’incertezza”.


Per il Comune di Bologna, l’Imu al cinque per mille vale 81 milioni di euro, di cui 23 milioni dalla prima rata. “Ma ci devono dire subito dove prendono i primi 23 milioni- avverte ancora Merola- perche’ altrimenti abbiamo un problema di liquidita’: ci mancano i contanti, non possiamo aspettare fine anno. Ed e’ assurdo che ci chiedano di prendere le risorse dagli immobili delle imprese e dei commercianti, che sono gia’ tartassatissimi”.

Il sindaco ricorda anche che oggi “ci si basa ancora su vecchi estimi” e che andrebbe “rivisto tutto il regime catastale: noi siamo pronti”. Ma questa e’ soprattutto “un’occasione per fare una revisione seria e definitiva dell’Imu- insiste Merola- l’imposta vale quattro miliardi, di cui 1,85 pagati da chi ha un reddito sopra i 75.000 euro. Occorre riformare l’Imu, esentando le famiglie in base al reddito e al mutuo. Serve un correttivo dell’imposta, non l’abolizione”.


Anche perche’ “le priorita’ sono altre- ribadisce il sindaco- come ridurre la tassazione per le imprese e i lavoratori dipendenti. E poi concentrarsi sulla spesa pubblica dei ministeri e degli enti statali periferici: serve una spending review sensata. Non ci puo’ essere il rischio che sia lasciato ai Comuni il compito di far fronte alle risorse mancanti. Sono anni che tagliamo e se siamo arrivati ad aumentare l’Imu e’ perche’ non sappiamo piu’ dove attingere altre risorse”. Merola spera nella presenza dei sindaci Graziano Delrio e Flavio Zanonato nel Governo (“Ci conto”) e fa sapere che “come Anci abbiamo chiesto un incontro al ministro Saccomanni per concordare il testo di legge” sull’Imu.