Bologna, 20 maggio 2013 - “Se, come spero, riusciro’ a tornare in tempo da Addis Abeba, domenica prossima votero’ sui quesiti riguardanti le scuole dell’infanzia e votero’ l’opzione B”. Lo annuncia, con un intervento sul suo sito (www.romanoprodi.it), l’ex premier e presidente della commissione europea Romano Prodi aggiungendo anche che, a suo parere, “il referendum si doveva evitare perché apre in modo improprio un dibattito che va oltre i ristretti limiti del quesito stesso”.


Sulla posizione di Prodi in vista del referendum di domenica prossima e sul suo voto si erano incentrati i riflettori i giorni scorsi: tutti in attesa di sapere la sua scelta. E il sindaco Virginio Merola aveva detto che non avrebbe chiesto l’aiuto a big della politica come il Professore o il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Poi e’ venuto lo scontro frontale tra Merola e il leader di Sel, Nichi Vendola. Insomma, il clima pre-referendum si e’ infiammato. Prodi non fa cenni diretti alle dinamiche degli ultimi giorni, ma il titolo del suo intervento sul sito e’ piu’ che eloquente: “Perché argomenti che potrebbero essere risolti in condivisione e serenita’ devono sempre finire in rissa?”.


Posta quindi il testo del quesito e subito annuncia che, se torna in tempo da Addis Abeba, votera’ B.
“Tuttavia il mio voto e’ motivato da una semplice ragione di buonsenso: perché bocciare un accordo che ha funzionato bene per tantissimi anni e che, tutto sommato, ha permesso, con un modesto impiego di mezzi, di ampliare almeno un po’ il numero dei bambini ammessi alla scuola dell’infanzia e ha impedito dannose contrapposizioni? Ritengo che sia un accordo di interesse generale”.

Prodi osserva che “la motivazione piu’ forte di chi vota l’opzione A e’ che i mezzi forniti alla scuola statale e comunale siano cosi’ scarsi che le casse comunali non possono allargare il loro impegno al di fuori del loro stretto ambito. Credo tuttavia che le restrizioni che oggi drammaticamente limitano l’azione del Comune (per cui non tutti coloro che vogliono mandare i figli alle scuole statali e comunali possono farlo) e in generale penalizzano la scuola siano dovute a una errata gerarchia nella soluzione dei problemi del Paese e non ad accordi di questo tipo”.
Infine, l’ex premier ripropone il tema iniziale: “Vorrei inoltre concludere chiedendomi perche’ argomenti che potrebbero essere risolti in condivisione e serenita’ debbano sempre finire in rissa. Ma questo e’ un altro discorso”.
 

 

GUCCINI AI REFERENDARI DELLA 'A': VI SEGUO COL CUORE

Sono qui con il cuore ad accompagnare la vostra campagna”: al comitato Articolo 33, promotore del referendum contro i finanziamenti comunali alle materne private, arriva anche l’appoggio di Francesco Guccini. Impegnato stasera a Pistoia a discutere di viaggi e incontri ai “Dialoghi sull’uomo”, il cantautore dice che questa occasione lo “porta a pensare proprio alla scuola - e alla scuola dell’infanzia, pubblica laica e plurale - come uno dei luoghi fondamentali dove l’uomo prende forma e inizia il suo viaggio. Entrare alla scuola pubblica, ove si opera senza discriminazioni e senza indirizzi confessionali, e’ il primo passo di ogni individuo che voglia imparare l’alterita’ e la condivisione; e’ il primo passo di ogni essere umano per diventare uomo, per diventare donna...”.
Insomma, “non posso non fare mia la lezione di Piero Calamandrei, quella contenuta nel suo celebre discorso in difesa della scuola nazionale, e da quelle parole traggo il mio augurio e il mio saluto per tutti voi: ‘Bisogna, amici, continuare a difendere nelle scuole la Resistenza e la continuita’ della coscienza morale’”, conclude Guccini nel messaggio inviato ad Articolo 33 e diffuso con un comunicato dagli stessi referendari.

 

MEROLA: "IN SILENZIO FINO AL VOTO"

Venerdi’ la polemica, durissima, a distanza, con Nichi Vendola. Oggi, a meno di una settimana dal voto, la scelta del silenzio. ‘’Non ho piu’ niente da dire nel merito, per quanto mi riguarda l’argomento e’ chiuso e se ne riparla lunedi’ prossima’’, spiega Virginio Merola, sindaco di Bologna. "Mi auguro che sia una settimana dove i cittadini trovino il tempo per informarsi sui contenuti del voto, al di fuori di ogni condizionamento politico di parte, perche’ questo referendum e’ civico’’, sottolinea Merola, che sui rapporti tesi con Sel aggiunge: ‘’Con Vendola ci siamo detti quello che pensiamo, in questi giorni non l’ho sentito. Quel provvedimento (i fondi alle paritarie, ndr) viene applicato a Milano come in Puglia, non vedo perche’ qui ci debbano essere conseguenze diverse’’.

Ma cosa succederebbe domenica in caso di vittoria dei referendari che vogliono l’abolizione dei finanziamenti alle materne paritarie? “Avremmo diviso la citta’ inutilmente, seminato rancori e insicurezze”, risponde  Merola, sulle colonne del supplemento di Avvenire “Bologna sette”, organo della Diocesi bolognese. “E comunque- prosegue Merola - il mio compito di sindaco sarebbe di ribadire che avendo posto questo argomento nel mio programma elettorale di mandato, lo portero’ a termine e non cambiero’ opinione”.