Bologna, 21 maggio 2013 - I referendari di Bologna hanno preso una china “ideologica”, non sono al passo coi tempi e, a dispetto del nome del comitato ispirato all’articolo 33 della Carta, non marciano nel solco della Costituzione. E, se domenica vincesse l’opzione “A”, si corre il rischio di diminuire il numero dei posti disponibili nelle materne bolognesi. E’ questo, in sostanza, cio’ che pensa Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione e fautore della legge sulla parita’ scolastica.


Oggi Berlinguer interviene sul referendum che si svolgera’ domenica sotto le Due torri. E non e’ tenero con la consultazione del 26 maggio. La spinta referendaria “non inquadra la richiesta della contemporaneita’ e del dettato costituzionale”, riflette l’ex ministro. E scardinare le convenzioni Comune-materne private, a Bologna “porterebbe a una drastica diminuzione dei posti disponibili a fronte di un aumento di solo alcune centinaia di unita’ nella scuola comunale: dunque un aumento dei costi, una riduzione dell’offerta e quindi della frequenza del numero di bambini”. Il rischio e’ dunque “di perdere il servizio scolastico e con esso l’uguaglianza sostanziale delle opportunita’: questa si’ e’ una violazione del diritto costituzionale all’istruzione”.